«I Decumani sotto assedio ma la paura frena la protesta»

«I Decumani sotto assedio ma la paura frena la protesta»
Gennaro Esposito, avvocato ed ex consigliere comunale, è il presidente del comitato «Quiete pubblica napoletana e vivibilità cittadina». Era a capo del...

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Gennaro Esposito, avvocato ed ex consigliere comunale, è il presidente del comitato «Quiete pubblica napoletana e vivibilità cittadina». Era a capo del corteo che attraversò i luoghi della movida di Bagnoli per manifestare contro i disagi causati dalla vita notturna.


Che cosa è successo dopo?

«Nulla. Da Palazzo San Giacomo non ci ha cercato nessuno. Eppure abbiamo sentito de Magistris parlare di diritto alla tranquillità dei residenti e dire di aver adottato un patto per la convivenza. Con chi lo abbia stipulato? Non risulta che i residenti delle zone della movida siano stati contattati».

Quindi avete deciso di tornare in strada, in un'altra zona ma per gli stessi motivi.

«Nel centro storico la situazione è molto frastagliata. In piazzetta Nilo e lungo via Palladino ci sono almeno tre o quattro locali notturni, così come in via San Giovanni Maggiore Pignatelli, ai Banchi Nuovi, in via San Domenico e in piazza Miraglia. Abbiamo riscontrato che i cittadini spesso si arrendono e subiscono perché hanno paura di rivolgersi alle forze dell'ordine o di protestare: temono ritorsioni da parte dei gestori di alcuni locali o di chi vive degli illeciti che avvengono sotto gli occhi di tutti. A Bagnoli i residenti sono stati più diretti, dal centro storico invece chi ci invia le segnalazioni di abusi chiede di restare anonimo».

Però avete raccolto anche l'adesione di diverse attività commerciali.

«Ci sono i titolari di alcuni B&B, anche degli alberghi che vengono danneggiati dal mancato rispetto delle regole. Stiamo avendo richieste anche da altri esercizi che vogliono unirsi a noi. Il nostro obiettivo è convincere non solo i gestori dei locali, ma anche i proprietari: sono loro che possono risolvere il problema, non affittando a chi intende aprire bar o altre attività notturne in spazi interni dei fabbricati residenziali».

La vostra posizione è molto critica nei confronti del Comune. Come si potrebbe regolamentare la movida secondo voi?


«Nei nostri incontri la Quarta Municipalità, nel cui territorio ricadono molti dei locali del centro storico, è assente. Il sindaco deve dire se vuole stare dalla parte dei cittadini o da quella dei gestori che non rispettano le regole. Servono regole precise e un controllo maggiore: la massa di persone, migliaia e migliaia di giovani, è paragonabile a quella di un concerto di piazza, la presenza delle forze dell'ordine deve essere proporzionata».
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Il Mattino