Napoli, murales di Masaniello-Superman-Pino Daniele per il rilancio di via Marina

Napoli, murales di Masaniello-Superman-Pino Daniele per il rilancio di via Marina
Un Masaniello che strappa via la casacca del '600 e sotto ha la tuta di superman, ma ha anche il volto di un giovane Pino Daniele. È questo il murales di Luca Carnevale...

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Un Masaniello che strappa via la casacca del '600 e sotto ha la tuta di superman, ma ha anche il volto di un giovane Pino Daniele. È questo il murales di Luca Carnevale inagurato oggi a Napoli in Piazza Masaniello, un'area alle spalle di via Marina, caratterizzata dal degrado e mai davvero rilanciata con interventi urbani.

«Masaniello è crisciuto, masaniello è turnato», dice la scritta sul murales, citando «Je so pazz» di Pino Daniele e incoraggiando non una rivoluzione come quella del 1647, ma un risveglio delle coscienze e delle istituzioni. «Il murales - spiega Antonio Del Prete, maestro di strada e animatore dell'iniziativa - fa parte di un progetto che si chiama »Spazi in gioco«, che ha visto cinque organizzazioni partecipare a un progetto di rigenerazione, la Fondazione Valenzi, le Suore della Congregazione di San Paolo, l'Associazione Voce di Vento e Archipicchia, che hanno lavorato su un territorio con difficoltà enormi di degrado per le famiglie disagiate. Il murales rappresnta Masaniello perché pensiamo ci voglia una rivoluzuione pacifica che parte dal basso, che prende il contesto culturale del territorio per riqualificarne parte. Quets'area nel periodo greco era la porte di accesso a Napoli, in questo momento questa è forse la zona più dimenticata di una città bellissima».

«È molto bello - spiega Carnevale - essere coinvolto in progetto di rivalutazione territoriale e sociale con le associazioni, poi dipingere Pino sul muro è sempre meraviglioso poi ritrarlo come Masaniello è ancora più significativo. Ho ripensato a »Je so pazz«, un pezzo del 1979 ispirato proprio al rivoluzionario napoletano, mettendo quindi insieme un personaggio storico e uno contemporaneo. Lo so che l'arte non risolve problemi della società ma è una spinta a fare collettività, vedere un gruppo di persone che si ferma e si interessa è un piccolo risultato di sensibilizzazione».

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Il Mattino