Napoli, il musicista del centro storico che è uscito dal tunnel della droga: «Ho scelto di farci un brano»

«I testi delle mie canzoni affrontano temi importanti, come quello dei migranti e dei cambiamenti climatici»

Pino Ruffo, il cantautore del centro storico di Napoli
Napoli, una città che ha fatto da culla a tanti artisti affermati, e che continua - tutt'oggi - ad essere la musa di quelli emergenti. Lui si chiama Pino Ruffo, ha...

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Napoli, una città che ha fatto da culla a tanti artisti affermati, e che continua - tutt'oggi - ad essere la musa di quelli emergenti. Lui si chiama Pino Ruffo, ha 50 anni, ed è un musicista e cantautore di brani che affrontano tematiche sociali. È originario di Pozzuoli, la sua era una famiglia di pescatori, ma a un certo punto della sua vita, ha deciso di non seguire più le orme del padre, e di dedicarsi totalmente alla musica. «La mia passione per la musica è nata sin da quando ero bambino. Ho sempre ascoltato i classici napoletani - continua a raccontare il cantautore - All'età di 14 anni mi sono innamorato di Bob Marley e Bob Dylan, poi dei Pink Floyd, fino ad avvicinarmi anche ad altri generi musicali, come la musica araba».

Così da 20 anni fa l'artista. Lo si può incontrare nel centro storico di Napoli, dove si esibisce presentando il suo repertorio musicale. «Ho fatto già due dischi e tra i nuovi progetti c'è in cantiere quello di lanciarne uno nuovo che prende ispirazione dal mare. Al momento lo sto ultimando. Credo che uscirà tra ottobre e novembre». Mentre in riferimento ai progetti passati, il cantautore spiega di aver suonato con Marcello Colasurdo (da poco scomparso). «Ho collaborato  anche con artisti stranieri, come il brasiliano Zeduardo Martins - specifica Ruffo - Riproducevamo dei suoi pezzi che però erano accompagnati da alcune mie contaminazioni. Il tutto a ritmo di tamburi napoletani».

Poi inizia a raccontare dei lavori già realizzati: «I testi delle canzoni che ho scritto fino ad oggi affrontano temi importanti, come il dramma dei migranti e le problematiche legate ai cambiamenti climatici che, purtroppo, sono sempre più evidenti». Ma, da come spiega, c'è anche qualche brano che trae ispirazione dalle sua esperienza personale: «Su YouTube c'è un mio pezzo intitolato Ero, arrangiato insieme a Paolo Del Vecchio, noto chitarrista di Peppe Barra - continua a raccontare l'artista - Ho scelto di dare questo nome al brano perché parla del mio passato e, in particolare, di un momento della mia vita in cui mi sono perso. Ero giovane e avevo scelto di lasciare la bellezza del mare per ad addentrarmi in sentieri pericolosi. Mi riferisco al tunnel della tossicodipendenza: una battaglia che sono riuscito a vincere». La musica lo ha sicuramente aiutato in questo. Gli ha dato una mano a superare questo momento buio e ad esorcizzare, anche attraverso i suoi brani, il dolore legato al passato. Così, Pino, è riuscito ad uscire vittorioso dall'insidiosa rete delle droghe. «La speranza è sempre quella che sempre meno gente cada in questa trappola», conclude il musicista.

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Il Mattino