Napoli, il nuoto bloccato dai ritardi: riapre la piscina Scandone, altri impianti al palo

Napoli, il nuoto bloccato dai ritardi: riapre la piscina Scandone, altri impianti al palo
La buona notizia è che il 6 dicembre la Piscina Scandone riaprirà all’utenza. La cattiva è che per un lavoro da 12mila euro, tanto quanto è...

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La buona notizia è che il 6 dicembre la Piscina Scandone riaprirà all’utenza. La cattiva è che per un lavoro da 12mila euro, tanto quanto è costato rimettere in sicurezza parte dell’intonaco caduto a settembre, ci sono voluti più di due mesi. E non per cattiva volontà, ma per una procedura lunga e farraginosa. Verificatosi il danno, la direzione della piscina scrive ai Grandi Impianti, che a loro volta scrivono al Patrimonio, che a loro volta scrivono alla Napoli servizi che ha incarico di redigere il preventivo. Appurata la spesa la missiva fa marcia indietro: Patrimonio, Grandi impianti, approvazione e ditta. E così dalla chiusura sono passati due mesi. 

La piscina di viale Giochi del Mediterraneo costa all’amministrazione comunale 900mila euro l’anno considerando l’energia, le caldaie e il personale (sei dipendenti, poi quattro della Napoli Servizi per la custodia e cinque per le pulizie). Il Comune riesce a recuperare poco meno di 250mila euro l’anno considerando anche il fitto alle grandi manifestazioni come accaduto con Isl. La discussione per la convenzione con la Federnuoto va avanti. Sul piatto di 800mila euro che il Comune chiede alle società napoletane morose e che la Fin vorrebbe anche anticipare per avere la gestione, ordinaria e straordinaria, di tutte le piscine: Scandone in primis, quelle della Legge 219 in seconda battuta. Di queste alcune funzionano benissimo (Acquachiara al Frullone, Aquila Nuoto a Secondigliano, Carlo Poerio del Posillipo, Ponticelli della Canottieri Napoli). Altre come la Rari Nantes a Poggioreale e la Galante a Scampia sono crollate o vandalizzate. I lavori post Universiadi di Barra sono stati conclusi ed il verbale di consegna è datato 14 novembre. Il problema è l’affidamento. Il Comune vorrebbe prima il pagamento. La Federnuoto non si fida della burocrazia e chiede contemporaneità in un atto unico: con una mano l’assegno, con l’altra le chiavi, oltre che garanzie al proprio interno di rientrare della cifra anticipata da parte delle società campane attualmente morose. Al momento tutto congelato con gli sportivi napoletani che aspettano e sperano.

Finalmente ha riaperto al nuoto libero la piscina coperta della Mostra d’Oltremare con gestione diretta dell’Ente. Per quella scoperta appuntamento alla prossima primavera. Quello delle piscine è il problema di tutte le palestre napoletane. Terminati i contratti di gestione, il Comune ha inoltrato la disdetta chiedendo il rientro delle passività. A sua volta le società che gestiscono le attività sportive lamentano di aver effettuato lavori di manutenzione straordinaria non previsti nel contratto. Ma, come per le piscine, il dare-avere non è ammesso. Ed allora il mantra è prima pagare, poi discutere. Ma nessuno pianifica ed investe senza certezze. In proposito interessante il convegno del 10 dicembre al Kodokan “Promozione, valorizzazione ed ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà comunale”. 

Merita un capitolo a sé la vicenda della piscina Collana. È da poco scaduto il bando della Regione per lavori da 2 milioni di euro. Rientra nel complesso affidato alla società Giano (che già opera sulla pista ed in due palestre) ma i lavori vanno effettuati dalla Regione. La piscina ormai è chiusa da tanti anni ma di luce all’orizzonte non se ne vede. Con 34 persone all’attivo, difficile gestire gli impianti comunali, molti dei quali rimessi a nuovo con i soldi delle Universiadi: nell’ordine San Paolo, Scandone, Palabarbuto, i campi di calcio di Barra, Ponticelli, San Pietro a Patierno. E ancora Virgiliano, Palavesuvio e piscina Nestore. Lo stadio Landieri di Scampia è in gestione alla Municipalità ma è a mezzo servizio con tribune inutilizzabili. La Federnuoto si è fatta avanti per tutto il blocco piscine ma chiede garanzie; il presidente della Gevi Napoli ha fatto richiesta del Palabarbuto. Ma mentre si discute il malato sport muore. 

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Il Mattino