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L’ex casa di San Giuseppe Moscati di proprietà del Comune, in via Cisterna dell’Olio 10, raccoglie due degli argomenti purtroppo più caldi delle cronache dell’ultima settimana partenopea: non solo è «occupata abusivamente», segnala il consigliere comunale e avvocato Gennaro Esposito. Ma è anche «a rischio cedimento». Non è un periodo facile, di sicuro, per la questione abitativa in città, ma in questo caso al danno si aggiunge la beffa: «Visto che la struttura è pericolante - aggiunge il consigliere - se dovesse crollare dovremmo addirittura risarcire coloro che la occupano senza diritti».
Il braccio di ferro dura da anni nella struttura della storica via delle antiche cisterne a ridosso di piazza Dante. Il cedimento di un solaio si registrò nel 2018, ma già nel febbraio del 2020 gli occupanti avevano mandato all’aria un’operazione di sgombero. Palazzo San Giacomo, nelle settimane precedenti, aveva notificato la necessità di sgomberare l’edificio a causa delle precarie condizioni di staticità del fabbricato. Dopo le tensioni con le forze dell’ordine, partì l’annunciò di una controperizia da parte degli abitanti. Risale invece ad aprile di quest’anno la richiesta di accesso agli atti da parte del consigliere Esposito: «Si richiede la documentazione relativa allo sgombero e tutti gli altri atti inerenti l’immobile di proprietà comunale sito in via Cisterna dell’Olio 10 - si legge nel documento - Alcuni cittadini mi hanno segnalato che l’appartamento nel medesimo fabbricato di proprietà comunale, di recente rilasciato in data 7 febbraio 2022, sarebbe stato occupato abusivamente da non meglio precisati soggetti che sembrerebbero già occupanti di altre unità all’interno del medesimo fabbricato che dovrebbe essere inagibile.
Il 2 maggio ‘22, l’ufficio patrimonio «ribadisce la efficacia della ordinanza di sgombero», prosegue Esposito. Nei fatti, però, tutto resta invariato. Segue dunque una nuova nota, sempre del consigliere del gruppo “Manfredi sindaco”, in cui si chiede a cosa abbia condotto «l’eventuale sopralluogo eseguito dall’Unità operativa Tutela del Patrimonio nell’immobile in proprietà comunale. Se nell’immobile siano allacciate utenze domestiche (luce, acqua e gas) e se queste sono a carico del comune, a carico degli occupanti o abusive. Quanti siano gli occupanti legittimi e quanti quelli eventualmente abusivi. Se nell’attesa dell’esecuzione dello sgombero siano state adottate misure di sicurezza a tutela della pubblica e privata incolumità. Se per i veicoli parcheggiati nell’androne del palazzo Moscati siano stati identificati i proprietari ed adottati idonei provvedimenti di rimozione. Se sia stato programmato lo sgombero del cespite. Inoltre, l’amministratrice del condominio adiacente il palazzo Moscati sito al civico 8 riferisce che nell’androne del condominio medesimo è montato, da anni, un andito su disposizione dell’amministrazione comunale per il quale la medesima amministrazione potrebbe essere chiamata al pagamento dell’indennità di occupazione del suolo privato». Nei giorni scorsi gli sgomberi delle case popolari indebitamente occupate ai Colli Aminei e il cedimento del palazzo di via Orsi: due casi completamente diversi, che però, purtroppo, vengono riassunti in pieno nella situazione del palazzo di via Cisterna dell’Olio, che si trascina irrisolta da quattro anni.
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