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Una lunga serata con il fiato sospeso per Beatrice, Gabriele e Luca. Gli studenti del liceo Vico sono stati ascoltati ieri durante il consiglio d’istituto iniziato alle 18.30, hanno spiegato punto per punto l’occupazione avvenuta dal 27 al 29 gennaio, respingendo le gravi accuse mosse nei loro confronti. Il consiglio è stato teso e dibattuto, con lo spettro della bocciatura sempre presente durante le oltre tre ore di dibattimento, poiché con 30 giorni di sospensione per loro sarebbe arrivato anche il 5 in condotta con la conseguente bocciatura. L’alternativa, una pena ridotta oppure il ritiro delle accuse.
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Al presidio arrivano in tanti, non solo dal liceo Vico ma anche da altre scuole come il liceo Labriola di Fuorigrotta, dove l’occupazione a fine gennaio è durata qualche ora e dove la dirigente non si è mossa con consigli d’istituto straordinari. I ragazzi davanti l’ingresso della stazione Salvator Rosa momentaneamente chiuso sono coesi, insieme si sentono più forti, ripetono di mantenersi ben distanziati e si passano il megafono per convincere gli studenti dei primi anni che sarebbe meglio non entrare oggi, con i tre amici a rischio bocciatura.
«All’occupazione hanno partecipato decine di ragazzi, quasi un centinaio.
Tanti i genitori hanno firmato il documento affinché sia archiviato il procedimento nei confronti dei tre studenti del Vico «per la prosecuzione serena di questo anno scolastico complesso e dolorosamente già segnato», ma altrettanti non vogliono esporsi perché non hanno condiviso appieno le modalità della protesta del 27 gennaio che ha portato all’occupazione del liceo per due giorni. «I ragazzi avevano occupato per manifestare il proprio pensiero, si sono battuti per rientrare in sicurezza perché non erano affatto convinti che ci fossero condizioni più sicure di settembre, quando la scuola chiuse repentinamente» interviene Federica Mariottino, presidente dell’associazione 31 salvatutti intervenuta al presidio e al fianco degli studenti. «C’è incoerenza e mancanza di dialogo da parte degli adulti, che con la minaccia di una pena esemplare tentano di annullare il pensiero critico di questi ragazzi».
«È una situazione paradossale, inverosimile. Questi tre ragazzi sono solo una piccola parte degli studenti che hanno occupato dal 27 al 29 gennaio, tra cui anche mia figlia. È vergognoso accanirsi contro la manifestazione pacifica di un dissenso» interviene la mamma di una studentessa del Vico che non vuole dichiarare il nome «altrimenti la dirigente si accanirà anche contro di lei e chiunque altro la pensa diversamente».
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