Omicidio a Napoli, cadavere crivellato di colpi ​ritrovato in un'auto a Miano. era un killer del clan Lo Russo

Pasquale Angellotti, 54 anni, stava riorganizzando la cosca dei "Capitoni"

Miano, cadavere in auto: indaga la polizia
Il cadavere di un uomo colpito da diversi colpi d'arma da fuoco è stato ritrovato all'interno di una vettura parcheggiata in via della Liguria, nel quartiere Miano,...

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Il cadavere di un uomo colpito da diversi colpi d'arma da fuoco è stato ritrovato all'interno di una vettura parcheggiata in via della Liguria, nel quartiere Miano, periferia nord di Napoli. Sul caso indaga la polizia.

L'uomo ucciso - Pasquale Angellotti, 54 anni - era alla guida di una Fiat 500 di colore nero e stava transitando nei pressi di un incrocio. Sul posto sono giunti i parenti e si è radunata una folla di curiosi. Numerosi i colpi sparati, diversi i bossoli trovati sul selciato.

Angellotti, detto Linuccio 'o cecato, ritenuto un killer del clan Lo Russo - i “Capitoni” di Miano - è stato arrestato nell'ottobre 2014 e scarcerato quattro anni dopo. Secondo l'accusa fu lui, nell'aprile 2001, ad Ercolano, ad uccidere Costanzo Calcagno, trucidato nel giorno del suo compleanno in un circolo ricreativo. Per questo omicidio, secondo le indagini, i vertici del clan Birra si avvalsero proprio di Angellotti, appartenente alla cosca alleata dei Lo Russo.

Nella stessa circostanza, nel 2014, furono arrestati anche cinque presunti esponenti del clan Birra-Iacomino, con riferimento anche ad un altro omicidio, quello di Ciro Farace, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nel gennaio 2001 davanti agli occhi della convivente e del figlio di un anno. I killer del clan Birra-Iacomino, secondo quanto emerso dalle indagini, volevano così vendicare l'omicidio di un soggetto ritenuto vicino al loro nucleo familiare, avvenuto per mano di Farace nel 1997 ad Ercolano. Per l'accusa il clan Birra, attraverso i due omicidi, avrebbe inteso regolare i conti col clan avversario Ascione-Papale e seminare un clima di omertà e paura tra la popolazione locale. Secondo gli ultimi sviluppi delle indagini, Angellotti stava cercando di riorganizzare la famiglia dei “Capitoni”.

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Il Mattino