Napoli, omicidio al Rione Traiano: la pista della vendetta privata. Nella vita della vittima precedenti per droga e violenza sessuale

Napoli, omicidio al Rione Traiano: la pista della vendetta privata. Nella vita della vittima precedenti per droga e violenza sessuale
Nessuna ipotesi esclusa. E’ questo il commento degli investigatori chiamati a fare luce sull’omicidio di Sergio Carparelli, il cinquantaquattrenne ucciso questa notte...

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Nessuna ipotesi esclusa. E’ questo il commento degli investigatori chiamati a fare luce sull’omicidio di Sergio Carparelli, il cinquantaquattrenne ucciso questa notte in via Marco Aurelio, al confine tra Soccavo e il Rione Traiano.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima, si trovava a pochi passi dalla sua abitazione quando è stata raggiunta dal suo assassino che non gli ha lasciato scampo. Sette, almeno, i colpi di pistola che hanno raggiunto Carparelli all’addome e alla schiena, uccidendolo sul colpo. Pochi istanti dopo l’allarme, lanciato dai residenti che hanno immediatamente allertato la centrale operativa delle forze dell’ordine.

Sul posto, in pochi minuti, sono arrivate le gazzelle della compagnia ‘Bagnoli’ che, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Napoli, hanno preso le redini delle indagini. Dalle prime informazioni raccolte, sebbene siano ancora da confermare dagli esami del caso, Carparelli sarebbe stato colpito da distanza ravvicinata.

L’assassino, forse accompagnato da un complice, avrebbe esploso i primi proiettili mentre si trovava di fronte alla vittima, ferendolo all’addome. Carparelli, sebbene colpito, avrebbe, quindi, abbozzato una fuga ma il sicario lo avrebbe finito, colpendolo alle spalle. Quindi la fuga, prima che l’eco degli spari si estinguesse.

Un’esecuzione in piena regola che farebbe ipotizzare la matrice camorristica. Sul punto, tuttavia, gli investigatori dell’Arma sono scettici. Carparelli, infatti, non risultava legato a nessuna organizzazione malavitosa della zona sebbene, in passato, fu arrestato per reati in materia di stupefacenti. Dubbi alimentati anche dalla dinamica dell’omicidio.

Il killer, infatti, si è accanito sulla vittima senza, però, esplodere il classico colpo di grazie alla testa, vera e propria firma degli omicidi di camorra. Per questi motivi, i carabinieri hanno esteso le indagini sul possibile movente a tutto tondo, scavando anche nel passato, non proprio limpido, del cinquantaquattrenne. Si è così scoperto che Carparelli, oltre a precedenti per droga, era stato, diversi anni fa, coinvolto anche in una bruttissima storia di violenza sessuale. Un particolare, questo, che ha fatto nascere, negli investigatori, l’idea che, forse, il delitto sarebbe da attribuire a una vendetta personale, sebbene postuma. Ipotesi avvalorata anche dall’accanimento con cui l’assassino ha infierito sul corpo di Carparelli, continuando a sparare sebbene la vittima fosse già in una pozza di sangue.

Altra ipotesi, anche questa al vaglio, è che l’omicidio possa essere una punizione per qualcosa che il cinquantaquattrenne potrebbe aver detto o fatto. Non a caso i carabinieri stanno passando al setaccio non solo le frequentazioni della vittima ma stanno cercando di ricostruire anche le sue ultime ore di vita alla ricerca di un episodio che potrebbe avere innescato la furia omicida. Nel frattempo, diversi elementi sono stati raccolti sulla scena del delitto comprese le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti in zona. La speranza è che dagli eventuali filmati raccolti possano emergere indizi che portino all’identificazione dell’assassini e di eventuali suoi complici.

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Il Mattino