Napoli, un'opera presepiale per ricordare il bombardamento del 4 agosto 1943

Napoli - Massimo Maci e Michele Buonincontro, maestri dell'arte presepiale di San Gregorio Armeno, ricordano con un opera il violento bombardamento del Monastero di Santa Chiara del 4 agosto 1943
Ancora una volta, San Gregorio Armeno, la strada dei decumani famosa in tutto il mondo, fa parlare di sé. Dopo il successo del “Presalbero” e del “Presepe...

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Ancora una volta, San Gregorio Armeno, la strada dei decumani famosa in tutto il mondo, fa parlare di sé. Dopo il successo del “Presalbero” e del “Presepe di Pasqua” realizzati dal maestro Aldo Vucai, altri due artigiani presepiali hanno realizzato un'opera che sta riscuotendo grande attenzione per ricordare il 1943 che fu un anno terribile e cruciale nella storia di Napoli.

 
Ancora oggi i giovani dei quel tempo ricordano e raccontano. Napoli fu la città italiana che durante la seconda guerra mondiale subì il maggior numero di bombardamenti, con un numero di morti stimato fra le 20.000 e le 25.000 vittime, in grande maggioranza fra la popolazione civile.
 
Il 4 agosto 1943, un’incursione di 400 “Fortezze volanti”, misero a ferro e fuoco la città ad opera di bombardamenti aereo anglo-americani, devastarono e distrussero il Monastero di Santa Chiara e i suoi affreschi medievali, e altre opere d’arte. Dieci anni dopo la chiesa fu riaperta al culto. Essa fu ricostruita e restaurata secondo l’originario stile gotico.
 
L’opera presepiale dei maestri Massimo Maci e Michele Buonincontro rappresenta il Monastero ridotto in un cumulo di cenere e vuole ricordare il pompiere che per primo e senza attrezzi giunse sulle macerie per salvare i superstiti. «La cultura del lavoro artigiano - commenta il maestro Maci - che proprio nel settore presepiale ha raggiunto a Napoli livelli di vera e propria arte esportata nel mondo deve servire anche per tramandare la storia del Paese alle nuove generazioni».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino