«In settimana avremo un incontro a Roma con tutti i presidenti degli ordini e stiamo ragionando su iniziative eclatanti perché il problema delle aggressioni...
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«Ho detto che per gli operatori sanitari e per i medici Napoli ha un rischio professionale che potrebbe essere confrontabile di fatto a quello di un territorio di guerra oltretutto non convenzionale perché nei territori di guerra convenzionali le ambulanze si rispettano», ha sottolineato. Ieri, a Napoli, si è contata l'aggressione numero 34 ai danni di operatori sanitari. «Noi l'allarme lo abbiamo lanciato, forse lo abbiamo lanciato attraverso un meccanismo provocatorio che qualcuno legittimamente ha ritenuto eccessivo - ha aggiunto - adesso io aspetto, aspetto che le istituzioni facciano il loro dovere, diano le risposte. Noi aspettiamo».
L'incontro, a Roma, tra i presidenti di tutti gli ordini serve in fondo anche a questo, «vogliamo unire le voci per alzare le voci». «Aspettiamo che ci sia un governo con il quale avere una interlocuzione e si facciano leggi di urgenza - dice ancora Scotti - Su Napoli rimane una valutazione da fare che a questo punto non voglio neanche fare io. Se però una numerosità di aggressioni diventa attenzionata quando c'è un incidente, solo perché il presidente dell'ordine fa una dichiarazione sopra le righe la domanda non se la deve fare il presidente dell'ordine ma qualcun altro».
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Il Mattino