Napoli, orologio d'oro gettato tra i rifiuti e ritrovato dagli operai: «Non vogliamo la ricompensa»

Un orologio Baume & Mercier
A chi non è mai capitato di buttare per sbaglio un oggetto prezioso o a cui si è molto legati? Basta una distrazione, il mancato controllo di una busta, delle tasche...

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A chi non è mai capitato di buttare per sbaglio un oggetto prezioso o a cui si è molto legati? Basta una distrazione, il mancato controllo di una busta, delle tasche di un pantalone o una giacca e nel contenitore dei rifiuti insieme a ciò di cui ci si voleva disfare finisce anche quell’anello regalato da una persona importante, il braccialetto ereditato da un genitore o, semplicemente, un capo a cui si era molto affezionati. E la perdita è ancora più grave se l’oggetto smarrito ha un valore economico importante.

 
Proprio quello che è capitato a una cittadina di Pozzuoli, che nei giorni scorsi ha sbadatamente lasciato in un contenitore per la raccolta differenziata un prezioso gioiello. Una storia che la vicesindaca del comune flegreo ha raccontato alla trasmissione radiofonica “La Radiazza” in onda su Radio Marte: «La signora ha chiamato disperata al nostro servizio di raccolta rifiuti, raccontando di aver buttato per sbaglio un orologio d’oro della Baume & Mercier, che mi dicono abbia un valore economico che si aggira intorno ai 15mila euro – ha spiegato Fiorella Zabatta allo speaker Gianni Simioli –. Quindi la signora è stata messa in contatto con il centro dove i rifiuti vengono raccolti. E qui otto operai per due giorni, sotto un sole cocente, hanno aperto centinaia di migliaia di sacchetti per ritrovare l’orologio alla signora. Il tutto per puro spirito di solidarietà, rifiutando anche la ricompensa che la donna gli aveva offerto».
 

Una storia finita bene grazie alla solerzia di questi operai che la sbadata protagonista ha voluto ringraziare, intervenendo telefonicamente nella stessa trasmissione: «Mi avevano promesso che avrebbero fatto il possibile per ritrovare l’orologio e così è stato – ha detto la signora Giovanna, che è titolare di una profumeria –. Lo avevo messo nella tasca esterna di una borsa da mare malandata che avevo buttato», ha poi spiegato. E pare che, di fronte al rifiuto della ricompensa, la commerciante abbia omaggiato gli operai con una fornitura di profumi e una colazione a base di cornetti e cappuccini. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino