Ospedale Cardarelli di Napoli, è allarme manutenzione: macchinari guasti e pezzi smarriti

Nel contratto non è prevista la riparazione in caso di rottura accidentale

L'ospedale Cardarelli
Troppi guasti alle apparecchiature e smarrimenti dei loro accessori. Succede all’ospedale Cardarelli di Napoli dove, nel corso dell’ultimo anno, ci sono state numerose...

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Troppi guasti alle apparecchiature e smarrimenti dei loro accessori. Succede all’ospedale Cardarelli di Napoli dove, nel corso dell’ultimo anno, ci sono state numerose segnalazioni per problemi ai macchinari di «natura accidentale», ovvero conseguenti «ad una non idonea gestione e utilizzo da parte degli operatori». 



È scritto nero su bianco nel documento inviato ai reparti dalla direzione sanitaria del presidio che, a fine aprile, ha fatto il punto sulla «gestione e manutenzione del parco biomedicale», in dotazione all’azienda ospedaliera, come recita la nota. Il monitoraggio riguardo i guasti degli apparecchi e gli smarrimenti dei loro accessori, è stato eseguito dal servizio di Ingegneria Clinica del Cardarelli rilevando che «gli interventi tecnici, conseguenti a guasti di natura accidentale, hanno comportato un costo complessivo la cui incidenza è pari a circa il 34, 83% sul valore del canone di manutenzione ordinario annuale».

In pratica, la società appaltatrice che ha in carico la manutenzione del parco biomedicale ospedaliero di bassa e media tecnologia, non provvede alla riparazione di guasti di natura accidentale. La manutenzione ordinaria, dunque, non riguarda «l’uso improprio e non regolare dell’apparecchiatura e dei suoi accessori, la caduta dell’apparecchiatura, le infiltrazioni dell’apparecchiatura, l’errata o non idonea procedura di sterilizzazione o sanificazione», si legge nella nota che precisa come «il guasto di natura accidentale non è contemplato in qualsivoglia contratto di manutenzione». Per questo motivo, l’aggravio dei costi in merito ai guasti accidentali sono a carico dell’amministrazione dell’azienda ospedaliera. La ricaduta economica sulle casse della pubblica amministrazione non è l’unico aspetto messo in luce dal documento che sottolinea il «dilatarsi delle tempistiche di risoluzione dei guasti». Per riparare i danni di natura accidentale, infatti, il servizio di Ingegneria Clinica deve «attivare procedure tecnico amministrative di verifica delle segnalazioni, analisi di congruità delle offerte e successiva approvazione», si legge ancora sulla nota. Una procedura necessaria che allunga i tempi per le riparazioni degli apparecchi e il reperimento dei loro accessori come ad esempio cavi e test per i defibrillatori, cavi con gli elettrodi, sensori di temperatura.  

Con queste premesse, l’invio della comunicazione riguardo i guasti delle apparecchiature ha l’obiettivo «di sensibilizzare il personale sanitario utilizzatore e responsabile della gestione del parco biomedicale», spiega la nota che, però, si conclude con una possibilità che ha preoccupato qualche sanitario. Dalla lettura della nota è chiaro che «la corretta gestione delle apparecchiature elettromedicali» permette «di evitare il verificarsi di guasti provenienti da una cattiva utilizzazione delle stesse» e, dunque, evitare l’aggravio «al costo già sostenuto per la gestione e la manutenzione ordinaria delle stesse». 

Eppure, tra gli operatori ospedalieri, c’è chi fa notare che una parte delle apparecchiature in dotazione può essere considerata datata rispetto ai macchinari più moderni, aspetto non contemplato nella nota. Quello che però, ha allarmato una parte della rete sindacale interna all’azienda riguarda il riferimento all’aggravio di costo sostenuto in caso di guasti di natura accidentale, «il quale può essere imputato al soggetto sanitario interessato». Per ora si tratta solo di una possibilità, nel frattempo, la nota annuncia un incontro con i sanitari «nello spirito di mera collaborazione». 

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Il Mattino