Napoli. Psicosi meningite e influenza: in tilt i pronto soccorso

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«Le ambulanze sono tutte bloccate, se non vuole aspettare le conviene portare l'ammalato in ospedale con la sua auto». Da un capo del filo, a pronunciare queste...

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«Le ambulanze sono tutte bloccate, se non vuole aspettare le conviene portare l'ammalato in ospedale con la sua auto». Da un capo del filo, a pronunciare queste parole sono gli operatori della centrale del 118 che, da ieri mattina, devono fare i conti con un'emergenza mai vista a Napoli in tutto il 2016 e non solo. Negli ultimi anni non si era arrivati a toccare il fondo come in queste 48 ore durante le quali gli ospedali cittadini hanno chiesto di dirottare i pazienti delle ambulanze altrove per indisponibilità di posti letto e reparti ingolfati da barelle, incluse quelle dei mezzi di soccorso, «prestate» ai nosocomi dove le ambulanze sono rimaste bloccate per ore. La rete degli operatori sanitari è stata messa a dura prova a cominciare da medici e infermieri costretti a visitare pazienti in piedi e sistemarli nelle barellopoli arrangiate in corridoi e persino nelle sale operatorie. Gli operatori delle ambulanze sono stati costretti a ritardare gli interventi di soccorso e i centralinisti del 118, quando possibile, hanno consigliato agli ammalati di muoversi autonomamente.



Dalle 8 del mattino di ieri, la centrale operativa per l'emergenza territoriale e regionale del 118 è stata invasa dai fax di sos degli ospedali al punto di notiziare «la grave difficoltà di accettazione dei pazienti nei pronto soccorso cittadini» con un documento ufficiale inviato anche al direttore generale dell'Asl, Elia Abbondante e al prefetto, Gerarda Pantalone. Nella nota, dove si sottolinea la permanenza delle ambulanze presso i presidi con conseguente grave ritardo per l'invio dei mezzi di soccorso, inclusi i codici rossi, si specifica anche che tutti i pronto soccorso di Napoli hanno dichiarato emergenza e chi non l'ha segnalato via fax ha «comunicato telefonicamente su linea registrata 118 perché non avevano il tempo di scrivere messaggi fax». Praticamente un corto circuito dell'assistenza di emergenza che non ha risparmiato nessun presidio.


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