Napoli, Palazzo Carafa, stop alla querelle, il portone sarà restaurato sul posto

di Davide Cerbone

Intorno a quei battenti decorati s'erano battute le opposte fazioni della conservazione: «Per salvarlo bisogna portarlo altrove», sostenevano allarmati i primi....

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Intorno a quei battenti decorati s'erano battute le opposte fazioni della conservazione: «Per salvarlo bisogna portarlo altrove», sostenevano allarmati i primi. «Guai a toglierlo dal luogo per cui è stato costruito», rispondevano gli altri. A dirimere la questione, alla fine, è arrivato l'imprimatur della Soprintendenza alle Belle arti e al Paesaggio: il portone di Palazzo Diomede Carafa, due grandi ante lignee con simboli araldici rappresentativi delle attività del casato dal 1460 si spalancano ogni santo giorno sull'incessante viavai di San Biagio dei Librai, verrà presto restaurato. E resterà dov'è.

Così ha deciso l'architetto Luciano Garella, archiviando le polemiche sulla musealizzazione dell'imponente portone quattrocentesco ricomposto nell'Ottocento con legni di diverso tipo, sul quale sono intagliati in dodici formelle originali gli stemmi della famiglia Carafa (tra questi, lo scudo bandato, la stadera e le pelli).

Una battaglia vinta, per la sezione Campania dell'Associazione dimore storiche italiane, che con Alberto Sifola ne ha promosso il restauro, accendendo una luce nel buio di un imperdonabile oblio. Dalla relazione dei tecnici si evince che il portone soffre di disallineamenti verticali e orizzontali e di discromie, effetti del degrado della struttura portante e di quello strutturale, dovuto a movimenti delle parti costituenti le singole ante. Inoltre - spiegano ancora gli esperti -, è abbastanza evidente il degrado delle parti lignee lisce e di quelle decorate, dovuto ai maldestri interventi operati nel tempo, ma anche all'assoluta mancanza di attenzione al valore storico, artistico e documentale del manufatto.

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