Caivano. Questioni di naso. Nel senso olfattivo. Per dirla meglio, una questione di puzza, vera o presunta tale. E quando si è vicini, nel senso condominiale del termine,...
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La rissa, che all'ora di pranzo, aveva avuto un prologo, ma solo verbale, con un fitto scambio di maleparole da antologia, è poi scoppiata un paio d'ore dopo. Violenta più che mai. Lo scontro è stato sedato dai carabinieri della tenenza di Caivano, che manco a dirlo hanno dovuto sudare le sette e più, proverbiali camicie, dapprima per dividere i due gruppi, poi per arrestare tutti i partecipanti e infine guardarli a vista nel pronto soccorso di Villa dei Fiori ad Acerra, dove tutti i rissaioli hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici. Le manette sono scattate per Alberto Campanile, 59 anni, già noto alle forze dell'ordine, per la moglie Nunzia Caponetto, 56 anni, per i figli Ivano, 29 anni (precedenti penali) e Sara, 22 anni. Con loro è stata ammanettata Irene Respino, 27 anni, moglie di Ivano Campanile. In manette anche il gruppo rivale, così composto : Gennaro Faraco, 63 anni (quello che ha riportato la frattura di qualche costola), sua moglie Concetta Cioci, 53 anni, e la figlia, Angela, 33 anni. Tutti gli arrestati sono stati accusati in concorso di rissa aggravata e lesioni personali. Ora sono in attesa di essere processati per direttissima. Risse di famiglia. Come nella migliore (e peggiore) tradizione dei Capuleti e Montecchi, che nel parco Verde stanno ai Campanile e ai Feraco.
Anni di dispute, di vaffa.., dispetti reciproci, e anche di tante querele per un nulla, presentate e poi ritirate. Insomma proprio quello che si intende per vecchie ruggini. E nuovi rancori. Già all'ora di pranzo, erano dovuti intervenire i carabinieri, chiamati dai vicini, perché tra i due nuclei familiari erano volate parole grosse e qualche spintone. A scatenare il prologo dello scontro, la sguaiata accusa, gridata a tutto il condominio da parte dei Campanile, contro la figlia dei Faraco, sulla qualità dell'odore delle parti intime della donna, paragonato a quello di una fogna. Un'accusa offensiva, ripetuta come un mantra, e che stava facendo scatenare il finimondo. La presenza dei militari, però aveva fatto riportare una certa calma.
A volte, il destino ci mette lo zampino. E nelle abitazioni del parco Verde, si manifesta con l'evanescenza delle pareti divisorie, che ti fanno dire salute se il tuo vicino starnutisce. E così i Faraco hanno ascoltato in diretta tutto quello di offensivo, commenti compresi, che i Campanile, magari alzando di proposito il tono di voce, stavano dicendo sulla questione olfattiva delle parti intime della loro figliola che cosi «nemmeno riusciva a tenersi il marito» . E allora i Faraco hanno pure loro alzato la voce, gridando cose irripetibili sul conto della famiglia rivale.
E inevitabile si è arrivati allo scontro. Una battaglia epica per il parco Verde, dove pure sono frequenti le risse da ballatoio. Quando per la seconda volta sono intervenuti i carabinieri si sono trovati davanti uno scenario di inaudita violenza: urla, improperi, minacce, schiaffi, calci e pugni, colpi sferrati con ombrelli e qualsiasi oggetto contundente a portata di mano, donne svenute, nello schiamazzo generale dell'intero isolato. Laconico e sorprendentemente ficcante il commento di un condomino anziano, che venuto a conoscenza dei motivi della rissa ha esclamato: « E allora bastava un deodorante, e non tutto questo casino». Per fortuna il suo commento è passato sotto silenzio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino