Cinquantaquattro spettacoli provenienti da 18 Paesi, centocinquanta aperture di sipario, diciotto comuni della regione coinvolti, a Napoli occupati spazi diversi da Donnaregina...
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Per la prima volta a dirigerlo è Franco Dragone, regista cult di spettacoli del Cirque du Soleil e Cèline Dion, qui alle prese con un mese di eventi fino al 15 luglio per una rassegna che punta sui linguaggi dell'arte e le sue contaminazioni nel segno dei migranti. “Perché anch'io sono stato un migrante e il teatro mi ha salvato”, ricorda Dragone nato a Cairano (Avellino), il padre lavoratore in una miniera in Belgio, esordi nel teatro sociale tra giovani a rischio e carcerati. Un teatro che si ritrova nelle proposte del cartellone, a partire da uno dei primi appuntamenti, “Aspettando il tempo che passa (e mentre nuje ce facimmo viecchie)” nato da un laboratorio con i detenuti di Airola che hanno contribuito alla scrittura del testo, in scena il 15 e 16 giugno al Nuovo per la regia di Emanuela Giordano.
Non ci sarà il tanto atteso e contestato Al Pacino, ma sono tanti i big. Dal regista Jaco Von Dormael che apre mercoledì con “Kiss&cry” in cui a danzare sono le dita di una mano, a Robert Lepage, Joel Pommerat, William Kentridge, Peter Sellars, le sorelle pianiste Labeque, l'étoile ucraina Svetlana Zacharova, Shiro Takatani, Shrin Neshat e Fokin che mette in scena “Le Troiane” nel magico anfiteatro sul mare del parco archeologico di Pausilypon. Senza dimenticare personaggi come Emma Dante o Ascanio Celestini e puntando sull'humus sul quale il festival si alimenta, le realtà napoletane. Dai Foja in un inedito concerto by night al San Carlo a Carlo Cerciello, Laura Angiulli, le giovani Donatella Furino e Emma Campili responsabili di un format innovativo collegato con la rete che prevede uno spettacolo diverso e scambi di attori ogni sera a Villa Pignatelli, nuovo fulcro della rassegna dov'è aperta anche la biglietteria.
Nel video due anteprime dello spettacolo della videoartista iraniana Shirin Neshat, autrice a Napoli di una installazione nella metro di Toledo/Montecalvario, al festival con «Passage Through The World», si tratta delle voci del gruppo salentino delle Faraualla e il canto del musicista iraniano Moshen Namjoo.
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Il Mattino