Continua il tormentato dicembre napoletano di «Bella Ciao». Dalle scuole di Chiaia la vicenda si allarga agli Istituti del centro storico. Dopo la querelle social...
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«Abbiamo deciso che suoneremo Bella Ciao al concerto di Natale di sabato 22, perché crediamo che sia necessario preservare un valore costituzionale come l'antifascismo, che è parte anche della nostra identità di napoletani. L'antifascismo è un presupposto della democrazia: come tale andrebbe insegnato e trattato nelle scuole, soprattutto in questo momento storico in cui si percepisce un crescente clima di odio e intolleranza». Questa è la nota di Riccardo Cascino, Antonio Girardi e Nicola Dieng, rappresentanti del Vittorio Emanuele. Al centro, insomma, da via San Sebastiano si sentirà la voce del partigiano cantata nel cortile del Liceo. Appuntamento dalle 10 alle 13 del 22. Quanto al Genovesi, non è previsto alcun concerto d'Istituto, ma il segnale partirà: «Ne abbiamo parlato noi compagni scrive Marcos Spina, uno dei rappresentanti degli studenti e abbiamo deciso di fare un'azione tra oggi e domani».
È la post-ideologia: i genitori si sono mostrati divisi sull'esibizione e molti giovani percepiscono Bella Ciao, rilanciata dalla celebre serie tv La Casa de Papel, come una hit dell'estate 2018. La polemica, in ogni caso, si è estesa fino alla Giunta, che si è schierata con la De Amicis: «Non è ammissibile cedere la nostra storia e i nostri valori ha dichiarato nei giorni scorsi Annamaria Palmieri, assessore alla Scuola del Comune. Questa città è orgogliosa della scuola che ancora, tra tanta barbarie, onora i valori e la memoria della Resistenza. La De Amicis è come tutte le scuole pubbliche laica e pluralista, porta il segno di questo anche nel nome, e presidia la democrazia e i valori in cui la cittadinanza si riconosce».
Il concerto della De Amicis è previsto per domani. Sulla home del sito campeggia ancora il comunicato dei docenti: «La manifestazione di Natale è l'occasione per raccontare alle famiglie il percorso che svolgiamo a scuola con i loro ragazzi, per condividere. Ecco perché, quest'anno, a Natale, c'è anche Bella Ciao, un canto di origine popolare che parla di patria, libertà, amore e coraggio». Venendo all'Umberto, nell'assemblea di queste ore non è ufficialmente prevista la discussione sull'inserimento di Bella Ciao nella scaletta del concerto di domani: «Bella Ciao per noi non è politica scrive Agostino Papa, uno dei 4 rappresentanti d'Istituto Sappiamo bene che era una canzone di partigiani e liberazione e non possiamo che amarla. Ma non ci importa dei contenuti politici».
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Il Mattino