Napoli, ecco il piano anti-crisi: rifiuti a Barra, «al massimo 100 tonnellate al giorno»

Napoli, ecco il piano anti-crisi: rifiuti a Barra, «al massimo 100 tonnellate al giorno»
Solo l'ex Icm di via Nuova delle Brecce sarà il sito di stoccaggio dei rifiuti del Comune in vista dello stop di 35 giorni del termovalorizzatore di Acerra. Altre aree...

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Solo l'ex Icm di via Nuova delle Brecce sarà il sito di stoccaggio dei rifiuti del Comune in vista dello stop di 35 giorni del termovalorizzatore di Acerra. Altre aree a disposizione non ce ne sono. Questo ha comunicato il sindaco alla Regione. Basterà? Il sindaco Luigi de Magistris ha firmato l'ordinanza che andrà in vigore dal 13 di questo mese e fino al 31 dicembre per sistemare la struttura che sarà oggetto di lavori.

 
La gestione dello smaltimento dei rifiuti è questione regionale, non a caso il presidente Vincenzo De Luca già da tempo ha lanciato l'appello a tutti i sindaci della Campania affinché si trovino siti dove stoccare i rifiuti che non potranno essere bruciati in quel periodo. La Campania non ha altre opzioni: brucia e differenzia poco. Manca la filiera degli impianti a freddo e soprattutto quella che consentirebbe di trasformare l'umido in una ricchezza e non in costo di 150 euro a tonnellate da mandare fuori regione. 

Napoli è a rischio più degli altri comuni dato che la produzione dei rifiuti giornalieri è pari a circa mille tonnellate. Nel periodo di fermo del termovalorizzatore gli Stir continueranno a funzionare, quindi tutti andranno a scaricare i rifiuti tranne una percentuale che per Napoli è intorno al 10% da stoccare appunto nell'ex Icm, ovvero circa 100 tonnellate. Dagli Stir i rifiuti dovrebbero essere imballati e spediti tutti i giorni al porto per imbarcarli su delle navi che li trasporteranno ai termovalorizzatori fuori dall'Italia. Oppure viaggeranno in treno sempre con destinazione finale un bruciatore. A oggi le gare sono state avviate ma la risposta del mercato come accade già da tempo è tiepida tendente al freddo. Cosa accadrà se non si riuscirà a far viaggiare i rifiuti come già sta accadendo in queste settimane?

In via Brecce il sito da almeno una quindicina di anni non è mai stato in disarmo perché anche in periodi di cosiddetta «normalità» non sempre si riesce a scaricare tutte le mille tonnellate quotidiane che Napoli produce. Quindi quando serve quello che non viene scaricato dai camion è stoccato e successivamente smaltito. Quante tonnellate può contenere il sito? In linea teorica fino a 6mila, ma il Comune conta - come si diceva - di scaricare comunque 900 tonnellate negli Stir e all'Icm sempre e solo 100: perché? La sensazione è che a Palazzo San Giacomo serpeggi la preoccupazione che il piano emergenziale dove si prevede il trasferimento fuori regione dei rifiuti fa a cazzotti con le gare che vanno rilento e dunque quelle 100 tonnellate in via delle Brecce siano un paletto posto per evitare che nell'area orientale di Napoli il sito di stoccaggio si trasformi in una discarica. In 35 giorni Napoli produrrà la bellezza di 35mila tonnellate il cui smaltimento è appeso al filo sottile degli Stir che dovrebbero continuare a lavorare a pieno regime, anzi di più, e allo smistamento dei rifiuti fuori regione. 


Nell'ordinanza vergata dal sindaco molte cose vengono chiarite e precisate: «L'Asìa dispone di una struttura sita in Napoli alla via Nuova delle Brecce che gestisce quale Centro di Raccolta per periodi definiti - si legge - l'utilizzo di parte delle aree del predetto Centro di Raccolta per lo stoccaggio di rifiuti in ragione di situazioni di criticità determinate dalle carenze impiantistiche ovvero dalla carente funzionalità degli impianti esistenti». Insomma, il sindaco autorizza Asìa all'utilizzo solo di una parte dell'ex Icm e su richiesta della stessa Azienda speciale igiene ambientale: «Asìa - si legge ancora - ha segnalato il persistere delle carenze strutturali del ciclo integrato dei rifiuti e le difficoltà rappresentate dalla Sapna esercente gli impianti Stir a servizio del ciclo integrato, che ha segnalato altresì il fermo dell'impianto di termovalorizzazione di Acerra per attività di manutenzione ordinaria».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino