Napoli, il grido di protesta del Nts: «Per i teatri sotto i cento posti nessun ristoro: riapertura impossibile»

Napoli, il grido di protesta del Nts: «Per i teatri sotto i cento posti nessun ristoro: riapertura impossibile»
«Noi dobbiamo stare chiusi adesso per non chiudere definitivamente, perché il rischio è che poi da settembre non riapriamo più». Ne è...

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«Noi dobbiamo stare chiusi adesso per non chiudere definitivamente, perché il rischio è che poi da settembre non riapriamo più». Ne è convinto Mario Gelardi, direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità di Napoli, che definisce «impossibile da sostenere» l'eventuale riapertura del suo teatro e degli altri teatri con meno di 100 posti, tipologia di strutture finora escluse da ogni tipo di indennizzo previsto per la categoria durante la pandemia. 

Qualora la Campania dovesse tornare in zona gialla entro il prossimo 27 marzo, giorno annunciato dal ministro Franceschini per la ripartenza di sale di cinema e teatri con una capienza del 25 per cento, per il teatro che sorge in una chiesa del Settecento nel cuore del rione Sanità «non è proprio possibile aprire, qui entrerebbero 22 persone, quindi è insostenibile economicamente – continua Gelardi -  Oltre alle spese che dovremmo affrontare, ci sarebbero da aggiungere quelle per la doverosa sanificazione. I numeri parlano estremamente chiaro. Mi chiedo se qualcuno ha pensato a queste decine e decine di teatri sotto i cento posti che non hanno ricevuto alcun ristoro e che rischiano di non riceverne mai. È per questo che ho voluto lanciare un grido di protesta, perché non si perpetui questo che voglio sperare sia solo un errore». 

In questo periodo di crisi del settore il Nuovo Teatro Sanità, presidio culturale in un quartiere ricco di contraddizioni e unico ente non accademico in Italia riconosciuto dal ministero nella formazione di drammaturghi, porta avanti le sue attività di formazione gratuita grazie al contributo di 20mila euro che gli viene riconosciuto dal Mibact. «Oltre questa cifra non abbiamo ricevuto più nulla, nessun tipo di indennizzo – sottolinea Gelardi - Facciamo i tamponi ogni 15 giorni ai nostri ragazzi, altra spesa non prevista. Abbiamo avuto un grande sostegno da una fondazione che si chiama Alta Mane, che ha deciso di aiutarci per far sì che i nostri laboratori continuassero ad andare avanti e ad essere gratuiti». Ma la programmazione teatrale è al palo. «In questo momento l'unica cosa che ci siamo sentiti di fare è di aprire le porte a piccole e giovani compagnie che non hanno spazio dove stare e abbiamo dato loro la possibilità di provare – aggiunge il direttore artistico - Facciamo quello che riusciamo per ritornare a dare un senso a questo luogo e tenerlo vivo».

Una galassia, quella del Nts, intorno alla quale gira un mondo che con il tempo ha avvicinato al Teatro tanti ragazzi del quartiere di Napoli, celebre anche per aver dato i natali al principe della risata Totò, al secolo Antonio de Curtis. «Il teatro non è solo lo spettacolo, è molto altro.  E soprattutto i piccoli spazi, che a Napoli e in Campania sono tanti e che presidiano il territorio, sono qualcosa di più di un luogo dove si fa spettacolo - conclude Gelardi - Mi piacerebbe che ai prossimi tavoli tutte le associazioni di categoria che rappresentano gli esercenti e gli operatori teatrali trovino un minuto per parlare dei teatri sotto i cento posti, che sono l'ossatura del Teatro di questo Paese. Lo sono sempre stati e dovrebbero continuare ad esserlo».

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Il Mattino