Gli hanno rapinato l’orologio da 25mila euro puntandogli una pistola in faccia mentre stava per mettersi alla guida della sua auto nei pressi del Parker’s al corso...
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Come anticipato dal Roma, la scena si è consumata in una manciata di secondi e ha visto entrare in azione almeno due giovani malviventi, entrambi in sella a uno scooter. Uno dei due era armato di una pistola e ha avuto gioco facile a immobilizzare la vittima. Possibile che i due malviventi stessero presidiando l’area già da qualche ora, in un continuo via vai tra la zona dei grandi alberghi del Lungomare, agli hotel che si affacciano lungo corso Vittorio Emanuele, nella speranza di cogliere di sorpresa turisti da poco arrivati a Napoli.
Decisivo il traffico, l’effetto incolonnamento agli incroci e all’altezza dei semafori, dove - quasi rispondendo a un copione prestabilito - i due sono entrati in azione. Due soggetti isolati (probabilmente dei Quartieri spagnoli) - riflettono in queste ore gli investigatori - qualcosa di diverso rispetto alle paranze di rapinarolex che agiscono in altri punti della città o addirittura lontano da Napoli. Via Marina, ad esempio, è una zona particolarmente battuta proprio da scippatori e rapinatori. Superato lo choc iniziale, l’ex leader degli industriali si è diretto alle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. Facile ora intuire quali saranno le mosse degli inquirenti, che stanno lavorando senza sosta nel tentativo di risalire ai responsabili del raid.
C’è un doppio livello investigativo, affidato al pool guidato dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, che coordina le indagini in materia di crimine predatorio: da un lato, saranno visionati filmati grazie alle telecamere che proteggono una parte di corso Vittorio Emanuele, anche se è molto probabile che i due rapinatori fossero completamente travisati; dall’altro, invece, si punta a ricostruire i canali della ricettazione, unico modo per chiudere il cerchio attorno a un mercato sistematicamente in espansione. Da anni ormai esiste una sorta di pool che si occupa dello sbocco ultimo degli orologi rapinati. Indagini che hanno evidenziato in questi anni l’esistenza di una sorta di canale tra Napoli e Ginevra, dove ogni anno vengono allestite delle sale tematiche, in una sorta di salone internazionale dell’orologio di lusso. Scambi al minuto che, secondo una legge del posto, possono essere condotti anche in mancanza di etichetta o di garanzia, ma attraverso una valutazione che viene condotta da esperti.
Possibile dunque che da Napoli alla Svizzera, sia stato proprio questo il canale nel quale è finito il Patek Philippe rapinato all’ex numero uno di Confindustria, nella tarda mattinata di ieri, nei pressi del corso Vittorio Emanuele. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino