Plebiscito, solo vandali e progetti al palo

Plebiscito, solo vandali e progetti al palo
Ci risiamo, riecco le scritte al Plebiscito. I lavori, sotto al colonnato, sono finiti da un paio di mesi. Per l’arrivo di Papa Francesco, a marzo, la piazza era stata riaperta...

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Ci risiamo, riecco le scritte al Plebiscito. I lavori, sotto al colonnato, sono finiti da un paio di mesi. Per l’arrivo di Papa Francesco, a marzo, la piazza era stata riaperta ed era apparsa immacolata e splendente.




Oggi regnano di nuovo il deserto, i graffiti, l’immondizia e i materassi. Sono loro che occupano il simbolo di Napoli. E con loro è tornata anche l’amarezza. Perché i nuovi graffiti sono freschissimi, sui restauri altrettanto freschi. E perché a quasi un anno di distanza dalla consegna delle domande di assegnazione dei locali del colonnato («circa 200», dicono dal Comune), la gran parte di essi resta vuota. Nulla ha potuto la bellezza della piazza di fronte alla volontà di «Alessia, Sara e Alfredo», tre ragazzini incivili, di imbrattare coi loro nomi il leone di fianco alle scale. Nulla ha potuto l’importanza storica della location al cospetto di chi, armato di bomboletta spray rossa, ha scarabocchiato il muro appena rifatto del portico scrivendoci sopra «Bif» a caratteri cubitali.



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