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L’aggressione è avvenuta in una manciata di secondi. La classe che era uscita in cortile per svolgere la lezione di motoria, stava rientrando nel plesso. All’improvviso il 15enne si è ritrovato la ferita sulla parte posteriore della coscia che gli è costata tre punti di sutura in ospedale, senza capire chi potesse essere stato a ferirlo. Il 16enne che ha confessato di aver colpito il compagno senza volerlo “per scherzo” non ha dato molte spiegazioni sull’oggetto che avrebbe lanciato contro la vittima. Non ci sono dubbi, però, sul fatto che sia stato usato un oggetto appuntito o quantomeno contundente per colpire il giovane, ma si concretizza sempre di più la pista che questo oggetto sia stato nascosto e fatto sparire dal momento che, per ora, non ne è stata trovata traccia. Nella ricostruzione dell’aggressione questo è un tassello fondamentale per gli investigatori che non escludono un ventaglio di ipotesi, tra cui possibili complici. Non è escluso, dunque, che qualche amico o più studenti abbiano partecipato all’occultamento dell’arma oppure di un portachiavi appuntito o qualunque altro oggetto che, in ogni caso, è stato utilizzato come un’arma ed ha comportato la denuncia per una ipotesi di lesioni da parte della polizia.
Le ipotesi al vaglio degli investigatori riguardano anche le motivazioni alla base dell’aggressione. Il ferimento potrebbe riguardare un episodio di bullismo forse incalzato dal fatto che il 15enne fosse uno dei più bravi della classe. C’è anche da capire se, tra i due minori, ci potessero essere stati altri episodi di bullismo verbale ai danni del ragazzino ferito o, se più in generale, ci siano state delle tensioni nel gruppo classe che, per qualche motivo, sarebbero venute a galla mercoledì mattina. «Sto verificando gli atti e i documenti degli scorsi anni per accertare eventuali episodi che possano in qualche modo fare da preludio a quanto accaduto», spiega Valeria Pirone che è alla guida dell’istituto di via Argine da poco più di un mese e porta con sé un importante bagaglio di esperienze scolastiche dirigenziali nel quartiere San Giovanni e a Barra. «La terza dove è accaduto l’episodio è nata dall’unione di due classi per cui c’è stata la fusione di due platee studentesche», aggiunge la dirigente convinta che sia importante supportare entrambi i minori coinvolti nell’episodio. Al 16enne, infatti, la dirigenza ha proposto il percorso educativo nel centro polifunzionale “Figli in famiglia” di Carmela Manco mentre per il 15enne, è previsto l’affiancamento e il sostegno psicologico per tutta la famiglia in collaborazione con l’ordine degli Psicologi di Napoli.
La dirigenza della scuola ha messo subito in campo dei provvedimenti per «affrontare la problematica come comunità scolastica all’insegna della legalità, unendo famiglie e docenti», ha sottolineato la neo preside. «Mercoledì ho convocato un consiglio straordinario di classe durante il quale è stata rilevata la gravità del fatto, rendendo necessaria la convocazione di un consiglio di Istituto straordinario, iniziato ieri, che proseguirà oggi con l’audizione del ragazzo responsabile del ferimento», continua Pirone che ieri ha scelto di parlare con tutti i ragazzi del triennio nell’aula magna del plesso.
Il Mattino