Dalla Nigeria a Portici, il «sì» di Power e Peace in municipio

Dalla Nigeria a Portici, il «sì» di Power e Peace in municipio
È un «sì» speciale quello pronunciato oggi al Comune di Portici, dove il sindaco Cuomo ha unito in matrimonio  Power e Peace, due rifugiati...

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È un «sì» speciale quello pronunciato oggi al Comune di Portici, dove il sindaco Cuomo ha unito in matrimonio  Power e Peace, due rifugiati nigeriani di 34 e 30 anni. Alle 13:40 la coppia è arrivata nella stanza del primo cittadino, accompagnata dai familiari. Fasciata in abito bianco e visibilmente emozionata la sposa, circondata dai piccoli della sua famiglia e dai testimoni. Il sindaco ha quindi proceduto alla cerimonia, dichiarandoli marito e moglie dopo le formule di rito, tradotte dall’interprete. Il matrimonio è proseguito con un buffet negli uffici del quarto piano di Palazzo Campitelli. 


«Le politiche europee per l’immigrazione hanno mostrato clamorosi limiti, quell’equa condivisione delle responsabilità fra tutti gli Stati di fatto non c’è mai stata. Tutto ciò - commenta il sindaco al termine della cerimonia - ha alimentato intorno all’immigrazione un clima di paura e insicurezza che è diventato facile preda di spot elettorali. L’inclusione e l’integrazione - prosegue - sono le condizioni necessarie per poter sconfiggere la paura e certe forme di intolleranza di tipo razzista che purtroppo cominciano a serpeggiare anche in alcune città del nostro Paese. Aprire la casa comunale a dei cittadini  - conclude Cuomo - di un paese straniero che scelgono di sposarsi è un modo concreto di integrarli ed includerli in un tessuto sociale nel quale non si sentano respinti o peggio discriminati». 

Power e Peace abitano in uno degli immobili messi a disposizione per il progetto Sprar-Siproimi.
«È una festa dell’amore e dell’integrazione - dichiara Mariano Anniciello di Arci Mediterrano che gestisce il progetto Sprar-Siproimi del Comune di Portici - per la prima volta in Italia due ospiti di un stesso progetto di integrazione coronano il loro amore lontani dalle guerre, protetti dal progetto Sprar». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino