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Viale Virgilio si è trasformato in un cimitero. È questa la nuova protesta civica ingegnata da Ruben D'Agostino, artista di strada, che stavolta ha scelto di creare una scenografia macabra per far sì che si riaccenda l'attenzione su quella che un tempo veniva considerata un'area verde. «La protesta consiste in questa performance: ho scelto di preparare circa 300 croci di carta che ho apposto su quasi ogni fusto del viale - spiega Ruben - Questa realizzazione nasce dall'idea di far percepire, a chi lo attraversa, che sta entrando in un cimitero. Un messaggio visivamente forte che spero possa dare un forte segnale alle istituzioni affinché intervengano su questa problematica».
Poi specifica: «Questa è una protesta civica nei confronti della vecchia amministrazione che, circa cinque anni fa, ha ridotto così il Viale Virgilio. Un'area che per tutto questo tempo non è cambiata di una virgola. Ancora oggi si assiste a una sfilata di alberi capitozzati. Completamente rasi al suolo». Non stupirebbe pensare che il mancato intervento dipenda da un problema di risorse economiche, ma resta il fatto che secondo Ruben «sia l'amministrazione precedente, che quella attuale, non sembrano aver preso a cuore tale questione».
Il polmone verde di Napoli sta scomparendo e parte delle colpe risiede nella mancanza di cura del verde pubblico. «Il Viale Virgiliano è una delle parti più simboliche della nostra città, e demoralizza vedere che riversa ancora in questo stato. Io che non sono un abitante di Posillipo non riesco a capacitarmene. Al di là dell'aspetto estetico c'è anche un problema ambientale.
È la prima volta che D'Agostino organizza una forma di protesta al di fuori del suo quartiere, il Vomero: «Era una cosa che sentivo da molto tempo. Prima di attivarmi ho riflettuto molto sul metodo e la tipologia di operazione da applicare. Doveva essere un messaggio diretto ma al contempo non invasivo. Volevo assicurarmi che di non lasciare nessun tipo di scontento per quanto riguarda la tipologia d'azione». L'artista ha scelto di operare al di fuori del suo quartiere perché crede che non bisogna interessarsi solo alla zona in cui si abita, c'è bisogno di guardare con occhio attento anche alle altre aree della città per capirne le criticità.
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