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I tassi ufficiali di occupazione confermano questo dato ed evidenziano un'italia divisa a metà: la differenza, guardano i dati sull'occupazione, è di 20% percentuali tra il Mezzogiorno, con il 42,5%, e il Centro-Nord con il 63,8%. In questo contesto la Campania, con il 39,6%, è al di sotto della media delle regioni meridionali, con un'incidenza del tasso di occupazione totale inferiore di tre punti, è un tasso di occupazione femminile del 27,4%, che risulta il più basso in assoluto a livello nazionale. Dall'analisi dello stato civile, emerge che tre persone su quattro hanno alle spalle un matrimonio. Hanno un domicilio 9 utenti su 10, anche se molto spesso vivono in abitazioni precarietà inadeguate.
Un dato che conferma la povertà familiare, in cui la situazione di totale esclusione sociale hanno una bassa incidenza, perché predomina un profondo disagio sociale. Dati ulteriormente confermati in base ai quali la Campania ha un reddito pro capite pari a 17.077 euro a fronte di 26.946 euro della media nazionale. Lo svantaggio per le famiglie è ancora più evidente là dove cresce la loro numerosità: relativamente al dato complessivo italiano, emerge che se la famiglia è composta da due persone l'incidenza della povertà assoluta del 3,8%, se invece raggiunge o supera cinque componenti se arriva il 17,2%.
La presenza di figli minori si dimostra un sovraccarico significativo, cresce infatti l'incidenza di quelle con due figli minori, 11,2% nel 2015, e si conferma il divario laddove vi sono almeno tre o più figli minori con il 18,3% nel 2015.
Il Mattino