Non ha avuto giustizia Spike, il cagnolino massacrato di botte con un piccone, arso vivo, investito e infine morto a causa delle gravi ferite riportate, per avere tentato di...
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Ieri il Tribunale di Napoli ha assolto l'imputato, un giovane di 25 anni, «perché non è stato provato, al di là di ogni dubbio» che sia stato lui l'autore della brutale aggressione. Il cane, quel giorno, non fece rientro in casa del padrone: fu trovato da una donna, il giorno dopo la scomparsa, ancora in vita. Morì, malgrado le cure, per le ustioni di secondo e terzo grado che le fiamme provocarono sul 60-70% del corpo
l padrone di Spike presentò una denuncia ai carabinieri, e i militari di Pozzuoli iuscirono a individuare il presunto colpevole, dopo avere scoperto una mattonella bruciata sul pavimento di un recinto vicino al quale abitava il giovane, e dopo avere ascoltato diverse persone della zona. Uno dei testimoni, malgrado abbia fornito elementi gravemente indiziari- sulle modalità e il movente dell'uccisione del cane - non ha però mai affermato dinanzi al giudice di avere visto l'imputato all'opera. Alla fine, ieri, in mancanza di prove inequivocabili, il giudice ha disposto il verdetto di assoluzione.
La vicenda di Spike destò parecchio sconcerto nel Rione Toiano. Di quella povera bestia si occupò anche l'associazione animalista Meta, che organizzò anche dei sit-in davanti al Tribunale di Napoli per chiedere giustizia per Spike. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino