Mandragora, dieci intossicati: sequestrato un lotto di spinaci, ecco come è arrivato a Pozzuoli

Mandragora, dieci intossicati: sequestrato un lotto di spinaci, ecco come è arrivato a Pozzuoli
Dieci intossicati, tra cui un 44enne finito in rianimazione e un anziano ricoverato in medicina d’urgenza, un quintale di spinaci sequestrato al mercato ortofrutticolo...

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Dieci intossicati, tra cui un 44enne finito in rianimazione e un anziano ricoverato in medicina d’urgenza, un quintale di spinaci sequestrato al mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Pozzuoli e altre decine di chili nei negozi di ortofrutta della zona e il blocco all’acquisto di verdura sfusa in tutta l’area flegrea. È questo il bilancio dell’avvelenamento da mandragora - conosciuta anche come l’erba magica dei racconti di Harry Potter - che tra mercoledì sera e giovedì mattina ha portato al pronto soccorso del “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli nove persone con allucinazioni, vomito e pupille dilatate. Appartengono a tre differenti nuclei familiari residenti a Pozzuoli, Monte di Procida e Quarto.

Tutti hanno raccontato di aver mangiato spinaci, acquistati a foglie e non imbustati. Il più grave è l’uomo che a causa del forte vomito ha ingerito cibo nelle vie aeree ed è stato intubato e trasferito nel reparto di rianimazione; un 86enne è stato ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza in via precauzionale; altre tre persone sono state tenute in osservazione fino a ieri sera in quanto avevano le pupille dilatate e 4 sono state dimesse in giornata. Smentito invece il ricovero di una 13enne che aveva mangiato una frittata di spinaci insieme ai genitori i quali sono finiti in ospedale. 

A ricondurre i sintomi dell’avvelenamento all’ingestione di mandragora sono stati in un primo momento due medici del nosocomio flegreo, che avevano notato su due pazienti gli stessi sintomi accusati da un uomo che due mesi fa era arrivato al pronto soccorso in preda ad allucinazioni dopo aver rubato e ingerito mandragora. Sospetto alimentato dall’arrivo degli altri sette, tutti in preda agli stessi sintomi. Un racconto che dall’ospedale si è poi spostato alla Compagnia dei carabinieri di Pozzuoli, da dove è partita una corsa contro il tempo per bloccare la vendita di spinaci ad ogni livello della filiera, dall’ingrosso ai venditori al dettaglio. 

Dal racconto degli intossicati si è risaliti al penultimo anello della catena, i negozi di ortofrutta che a loro volta hanno indicato un grossista del mercato di via Fascione, a Pozzuoli il quale a sua volta ha raccontato a carabinieri, Nas e Asl di aver acquistato gli spinaci al centro agroalimentare di Volla, consentendo di arrivare alla fonte della produzione di alcuni lotti individuati in un’azienda agricola di Avezzano e commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio e Avezzano. A quel punto le Asl territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi.  

L’ipotesi è che durante la raccolta di spinaci siano finite nei cassoni anche foglie di mandragora cresciute negli stessi terreni e difficili da riconoscere «È la prima volta che accade una cosa del genere ed è praticamente impossibile distinguere gli spinaci dalla mandragora. Stamattina sono stato chiamato da un cliente che mi ha raccontato che una sua cliente si era sentita male ed abbiamo subito fermato tutto. Ieri invece abbiamo venduto solo otto fasci» spiega Alessandro, titolare dell’azienda ortofrutticola a cui carabinieri e Asl hanno bloccato un bancale di spinaci da un quintale nel mercato di Pozzuoli. Il lotto bloccato però potrebbe non essere quello incriminato, visto che è arrivato fresco nella mattinata di ieri mentre quello riconducile all’avvelenamento era giunto all’alba di mercoledì e venduto in giornata. In via precauzionale i sindaci di Pozzuoli, Quarto e Monte di Procida hanno invitato la popolazione a non acquistare spinaci, bietole e altre verdure, in particolare quelle non imbustate. Contestualmente sono stati lanciati anche appelli alla cautela. Tra questi il direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Pozzuoli Fabio Numis «L’intossicazione è compatibile con ingestione da mandragora, ma non può esserci ufficialità in quanto la sostanza non è stata isolata. I sintomi sono da sindrome anticolinergica, quali stordimento, confusione mentale, costipazione, dilatazione della pupilla, secchezza delle fauci, vomito e allucinazioni. Nell’eventualità si presentassero questi sintomi, invitiamo a recarsi al pronto soccorso più vicino casa». 

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Il Mattino