Giancarlo Siani, la forza del ricordo: premio all'impegno anti-camorra

Giancarlo Siani, la forza del ricordo: premio all'impegno anti-camorra
Questi giorni di settembre sono dedicati all'impegno sociale. L'anniversario dell'assassinio di Giancarlo Siani è il motore del Premio a lui dedicato, che da...

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Questi giorni di settembre sono dedicati all'impegno sociale. L'anniversario dell'assassinio di Giancarlo Siani è il motore del Premio a lui dedicato, che da trentatré anni accende i riflettori su tutto ciò che contrasta la camorra. Ma ricordarlo significa parlare anche dei tanti giornalisti minacciati ancora oggi, attraverso «Imbavagliati», il Festival Internazionale di Giornalismo Civile ideato e diretto da Désirée Klain, che ieri ha ospitato Beppe Fiorello.


La mattinata inizierà alle 9.15 alle Rampe Siani al Vomero dove il sindaco Luigi de Magistris deporrà una corona di fiori. Alle 11 invece, nell'Aula del Consiglio Regionale della Campania al Centro Direzionale (isola F13), la cerimonia del Premio Siani 2018 promosso da Fondazione Polis della Regione Campania che vedrà la partecipazione tra gli altri del presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, e del segretario del Sindacato Giornalisti della Campania, Claudio Silvestri. Interventi, moderati da Geppino Fiorenza, del direttore de Il Mattino Federico Monga, del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, dell'assessore regionale Lucia Fortini, del direttore dell'Usr Luisa Franzese, del presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna, del presidente di Fnsi Giuseppe Giulietti, del procuratore generale della Corte d'Appello di Potenza, Armando D'Alterio.
 
La quarta edizione di «Imbavagliati» è entrata nel vivo e ha accolto al Pan Beppe Fiorello. Un incontro per conoscere meglio l'uomo che si cela dietro i tanti personaggi che ha interpretato nelle fiction Rai degli ultimi vent'anni. «Non mi sento testimonial» ammette. «Sono solo un cittadino che si preoccupa di ciò che gli accade intorno. Non ho mai seguito le mode: ora per esempio c'è quella verso il crimine. Credo però che bisogna invertire la tendenza, senza essere troppo bacchettoni o buonisti. Bisogna raccontare ciò che si contrappone al male. Io per esempio, ho avuto il piacere di raccontare un'altra Scampia, mi interessava dire che oltre la camorra e oltre Gomorra, c'era altro: un signore come Gianni Maddaloni».


«I miei figli mi chiedono spesso: perché fai sempre questi film drammatici?» prosegue l'attore. «Oggi ho capito perché lo faccio: ripropongo la normalità attraverso uomini simili a mio padre. Lui era un uomo normale, per niente eroico, un appuntato della guardia di finanza. E c'era sempre una divisa, un pezzo di Stato dentro l'armadio, che lui non ha mai ostentato. Lui mi ha insegnato il valore della normalità». Con Beppe Fiorello, ospite d'onore al convegno «Mai più soli!» hanno partecipato anche il sindaco, Paolo Siani, don Palmese, e Francesco Nardella, vice direttore di Rai Fiction. «Mai come in questo momento c'è bisogno di persone credibili come Fiorello, che hanno il coraggio di mettere in campo azioni per evitare che storie e persone rimangano isolate» ha sottolineato il sindaco, mentre don Palmese ne ha elogiato la testimonianza di narratore che «si collega a quella di Giancarlo Siani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino