La principessa Beatrice di Borbone con il saio: «Io nell'Arciconfraternita dei Pellegrini»

Con la cerimonia di ieri sono entrati per la prima volta tre confratelli al di sotto dei trent'anni

La principessa Beatrice di Borbone nell'Arciconfraternita dei Pellegrini
Da un Borbone ad un altro, nel rispetto della tradizione, c'è anche la principessa Beatrice di Borbone delle due Sicilie tra i tredici aspiranti confratelli che hanno...

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Da un Borbone ad un altro, nel rispetto della tradizione, c'è anche la principessa Beatrice di Borbone delle due Sicilie tra i tredici aspiranti confratelli che hanno indossato il saio rosso simbolo dell'Arciconfraternita dei Pellegrini, durante la celebrazione del rito della vestizione che si è svolto ieri nella chiesa della Trinità. Nata nel 1578 l'Arciconfraternita resta ancora oggi simbolo di carità, accoglienza e dedizione verso l'altro. Professori, medici, avvocati ma soprattutto sono tanti i giovani che desiderano impegnarsi ed aiutare i senza fissa dimora che hanno bisogno di cure e assistenza medica, supportare i tanti malati indigenti, anziani e famiglie in difficoltà.

Con la cerimonia di ieri, sono entrati per la prima volta tre confratelli al di sotto dei trent'anni: Francesco Caccavale che tra pochi giorni si laurea in Giurispudenza; Giorgio Marciano campione mondiale di sciabola under 20 dipendente e Dario Squadrilli anche lui laureando in Giurisprudenza. Ci sono poi i tre fratelli Muzj: Antonio, Carlo e Paolo Muzj, rispettivamente chirurgo vascolare, radiologo e funzionario tecnico della Federico II; l'avvocatessa Adelaide Caliendo; Raffaele Di Luca; Renato Presta dirigente ortopedico in pensione e infine l'avvocato Alfonso Trapuzzano. «La principessa Beatrice - ha raccontato la marchesa Federica De Gregorio delegato per Napoli e la Campania dell'Ordine costantiniano di San Giorgio era molto felice di poter condividere i valori di carità e solidarietà. Una scelta questa che può darle la possibilità di essere vicina alla città e alle persone che soffrono». L'intento dei Pellegrini è rispettare la missione dei fondatori: «Per questo - ha spiegato il primicerio Giovanni Cacace - ogni giorno ci impegniamo nell'assistenza e nella cura dei malati. Il nostro Poliambulatorio Giovino è tra i primi nel campo oculistico anche grazie ad attrezzature all'avanguardia, accogliamo i pazienti con difficoltà economica che vengono seguiti e supportati gratuitamente. Ma non ci fermiamo qui». Riconosciuta dalla Regione Campania come Ente culturale, l'Arciconfraternita, che cela la sua sede tra i vicoli più antichi della città, si prefigge tra i gli obiettivi anche quello di contrastare la dispersione scolastica, organizzando attività per i minori a rischio. 

Il Centro educativo Fabrizio Pignatelli infatti accoglie circa 70 tra bambini e ragazzi ed offre quotidianamente attività di doposcuola e laboratori: «desideriamo far crescere i piccoli del territorio in un ambiente sano - ha sottolineato Cacace - toglierli dalla strada ed insieme ad AssoGioCa seguiamo i ragazzi attraverso un percorso formativo a trecentosessanta gradi». Un impegno costante che non si è fermato nemmeno durante il lockdown: «Abbiamo anzi rilanciato il nostro impegno per la città organizzando degli incontri tra istituzioni e associazioni, tra il mondo della cultura e quello dei professionisti. Napoli per essere governata ha bisogno di progetti e lavoro sodo, dobbiamo fare tutti la nostra parte. Per questo abbiamo organizzato una serie di incontri coinvolgendo il sindaco Manfredi a partire dai Rettori delle cinque università di Napoli, poi con i rappresentanti del San Carlo, del Conservatorio e di tutte le orchestre partenopee». 

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Il Mattino