Tre facoltosi imprenditori napoletani hanno messo i soldi sul tavolo e avrebbero dato inizio a una trama di collusioni che ha investito gli uffici che contano nei palazzi del...
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Tutte le persone coinvolte potranno replicare alle accuse e dimostrare la propria correttezza. Ma cosa contestano a un funzionario che fino a questo momento non era mai inciampato in un avviso di garanzia? Si sarebbe «fatto retribuire per il compimento di atti contrari ai loro doveri di ufficio da numerosi soggetti esercenti, anche illegalmente, l’attività di disbrigo di pratiche amministrative di varia tipologia (in particolare sospensione e ritiro di patenti da guida, cartelle esattoriali, permessi di soggiorno)». Ma chi sarebbero i «clienti» di Attianese? Al momento è stato individuato il sedicente avvocato Stefano Scognamiglio e gli intermediari Corrado Romano, Francesco Esposito, Luigi Pietro Chiaiese, Mohammad Towid, «per i quali si preoccupa anche di predisporre ricorsi amministrativi o al giudice di pace contro i provvedimenti della stessa prefettura». Difeso dal penalista napoletano Roberto Saccomanno, Attianese ora attende di analizzare le accuse che hanno spinto la Procura a firmare alcuni decreti di sequestro, animato dalla volontà di dimostrare la correttezza della propria condotta. Ma torniamo alla presunta trama finita sotto i riflettori. Inchiesta condotta dal pm Ida Frongillo, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, si va dall’associazione a delinquere (contestata solo ad alcuni indagati) a una serie di ipotesi, tra cui falso, corruzione e accesso abusivo nel sistema informatico. Tutto racchiuso in una informativa dei carabinieri del Nas, sotto il comando del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, che ipotizza ruoli e interventi su più livelli. Ed è in questo scenario che viene inquadrato l’ispettore di polizia Carlo Granato, come colui che «appare a disposizione dell’associazione anche per effettuare accessi abusivi alle banche dati delle forze di polizia allo scopo di acquisire le informazioni utili al compimento dell’attività illecita». Difesi, tra gli altri, dagli avvocati Fabio Fulgeri e Rosario Pagliuca, anche gli altri presunti protagonisti di questa vicenda sono pronti a rivendicare la piena trasparenza della propria condotta. È così che vengono coinvolti altri personaggi, che rispondono al nome di Gerardo Di Maio, Corrado Romano, Mario Acampora, mentre vengono indicati come presunti «procacciatori» di affari l’ex poliziotto Domenico Del Giaccio, Savina Palmieri, Nicola Sammaritano, Giuseppe Sorrentino, di volta in volta coinvolti per i presunti contatti con il sedicente avvocato Scognamiglio. E sarebbe proprio quest’ultimo a rivolgersi ad altri due indagati, vale a dire Italo Loreto e Giuseppe Sorrentino, «per la fornitura di contributi unificati contraffatti e altri documenti ritenuti falsificati». Ultimo soggetto tirato in ballo, è invece Antonio De Laurentiis, dipendente della Motorizzazione civile, che si occupa di inserimenti nella banca dati attraverso accessi «ritenuti abusivi» e alla «formazione di falsa documentazione inerente permessi provvisori di guida». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino