Napoli, protesta al Monaldi: «Siamo in attesa di trapianto ma mancano le terapie intensive, De Luca ci aiuti»

In mattinata, come aveva annunciato qualche giorno fa, il Comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti si sono riuniti in presidio all’entrata...

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In mattinata, come aveva annunciato qualche giorno fa, il Comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti si sono riuniti in presidio all’entrata dell’Ospedale Monaldi di Napoli. 

Si sono riuniti, non solo per dar voce ai pazienti in attesa di un cuore da ormai 8 mesi, ma per segnalare un disagio organizzativo che stanno subendo, ormai da anni, le terapie intensive del centro trapiantologico dell’ospedale Monaldi.

Dopo la decisione di istituire un Centro Trapianti Unico all’interno dell’Ospedale partenopeo, non si è dato seguito ad una organizzazione adeguata, così Dafne Palmieri, portavoce del Comitato si è confrontata durante la manifestazione con il Direttore Sanitario AORN dei Colli, Pasquale di Girolamo Faraone, sulle preoccupazioni che potrebbero susseguirsi
«Noi abbiamo bisogno di avere una garanzia sui posti letti in terapia intensiva. Oggi o nei prossimi giorni potrebbe arrivare un cuore nuovo per la piccola Aurora, - o per tanti altri bambini-, noi non possiamo rischiare che non ci sia posto in terapia intensiva». 

Alle preoccupazioni del Comitato, il direttore sanitario ha risposto che l’azienda AORN, si comporterà come ha sempre fatto, rispettando la massima sicurezza di tutti, di qualunque età, quindi sia pediatrici che per gli adulti. 
Inoltre, ha fatto presente che una volta avuto il rinnovo della autorizzazione alle attività di trapianto, si creeranno dei percorsi idonei per la salute dei pazienti.

«I percorsi che stiamo verificando e costruendo saranno adatti a tutti e soprattutto rispettando tutte le regole ad hoc post-trapianto. -ha spiegato il direttore di Girolamo Faraone-. I percorsi, che attualmente sono stati contestati o interpretati in modo particolare sono in corso di valutazione dalla struttura accreditante e pertanto come avevo già detto in precedenza al comitato non potevamo dare una risposta definitiva e precisa.  Il Centro trapianti attualmente non è ancora attivo, non c’è ancora una struttura ben specifica. Quindi, operiamo dove c’è disponibilità».

Le parole del direttore sanitario, però, non hanno rassicurato il papà della piccola Aurora, -oggi in vita grazie ad un cuore artificiale-, «Io non mi sento al sicuro, perché il direttore sanitario ci ha rassicurato dell’operazione ma non assicurando la sistemazione in quale terapia intensiva, ha detto “dove c’è posto”. Quindi, le preoccupazioni sono tante».

«Oltre l’attesa devastante, se stasera dovesse arrivare un cuore la mia grande preoccupazione è quella che Aurora possa essere operata nel blocco adulti, dopodiché, si ritroverebbe a fare il giro dell’ospedale fino al blocco pediatrico. -spiega Giuseppe Papa-. Dopo un trapianto la bambina potrebbe ricorrere a delle infezioni gravi».

A confermare la mancanza di posti all’interno dell’ospedale Monaldi c’è Nicola Griffo, che dopo il trapianto ha avuto dei problemi di salute e si è ritrovato a dover tornare a casa per la mancanza di posti letti. 

«Ho un problema di emoglobina bassa. L’altro ieri era a 7, quindi, avevo bisogno del ricovero ma sono stato dalle 7 di mattina alle 20 per aspettare che si liberasse un posto ma non è avvenuto. Così, il Dott. Petraio, ha proceduto con trasfusione e sono tornato a casa. -ha spiegato Nicola-. Ieri sono tornato e la situazione non è certamente cambiata, tornerò lunedì per i controlli e si deciderà sul da farsi».

L’apertura del reparto Unico Trapianti (che la regione ha finanziato nel 2017) si rimanda da 7 anni, il 20 febbraio sono partiti i primi lavori per l’apertura nel nuovo reparto, domani 25 febbraio, partiranno invece dei lavori per i reparti di assistenza meccanica, ovvero si apriranno delle stanze subintensive meccanizzate, dove avranno accesso sia gli adulti che i bambini.

«Ci sono stati dei ritardi a causa del Covid, per di più, dobbiamo considerare che dobbiamo fare dei lavori mentre i reparti sono in funzione. -ha sottolineato il direttore sanitario-. Quindi, dobbiamo garantire la reale assistenza e la sicurezza ai pazienti che sono in degenza». 

Durante le proteste è intervenuta anche la direttrice centro unico trapianti, nonché, capo dipartimento della cardiochirurgia dei trapianti, la dottoressa Marisa De Feo che ha sottolineato la sua volontà ad avere due percorsi separati per adulti e pediatrici. La portavoce del Comitato, Dafne Palmieri, ha fatto notare, l’autorizzazione regionale prevede un Centro Unico Trapianti e la gestione delle attività relative nel reparto che si sta costruendo con le dovute differenziazioni in base alle caratteristiche dell’utenza. 

«Quindici giorni fa è stata operata una bambina ed è stata portata in una terapia intensiva per adulti, nonostante sia stata firmata la delibera il 15 Dicembre, che prevederebbe il ricovero in terapia intensiva pediatrica», ha spiegato Palmieri. 

Ma non basta. La preoccupazione delle persone non riguarda solo la mancanza di terapie intensive ma la carenza di personale all’interno Monaldi.  Nunzio D’isa, componente del Comitato ha raccontato di aver avuto un arresto cardiaco, tre anni fa, il quale gli ha compromesso la funzionalità del ventricolo sinistro. La situazione è sembrata subito molto pericolosa, il che è stato inserito in lista trapianti. Nel frattempo, ho avuto la possibilità di avere un salva vita, ovvero un cuore artificiale, il VAD. 

«Oggi, sono qui per far valere i nostri diritti perché tante volte ci troviamo in delle situazioni scomode, -ha raccontato Nunzio, ovvero ci troviamo a fare controlli con mancanza di personale sanitario. Ogni volta è un’impresa riuscire a fare tutti gli accertamenti di cui abbiamo bisogno. E ci riusciamo solo grazie alla volontà e la dedizione del personale che c’è».

Il Comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti questa mattina, oltre ad avere delle risposte dalla direzione sanitaria dell’AORN dei Colli, ha richiesto un incontro con il direttore regionale trapianti, Antonio Corcione. 
Il dottor Corcione in qualità di direttore del centro regionale trapianti, è colui che il 7 Febbraio ha svolto la visita ispettiva, per verificare i requisiti dell’azienda ospedaliera siano coerenti per l’autorizzazione ai trapianti. 

«Siccome per noi questi requisiti non ci sono, -ha spiegato Dafne Palmieri-, non ultima, la preoccupazione per il trasferimento pediatrico da un blocco operatorio ad una terapia intensiva che si trova nel reparto opposto». 

Il dottor Antonio Corcione, dopo varie proteste, ha ricevuto ed ascoltato le persone del Comitato e ha firmato un verbale dove s’impegna a interrompere il processo autorizzativo, nelle more che venga modificata la delibera, perché prende atto che i tre punti che contestavano il Comitato vanno rettificati. 

Dunque, al momento ci troviamo di fronte ad una delibera immediatamente esecutiva ma non attuativa. Quindi, all’arrivo del cuore nuovo per la piccola Aurora, o qualsiasi altro bambino al momento del trapianto non è chiaro in quale terapia intensiva sarà ricoverato.

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Il Mattino