Ospedale San Gennaro, tornano in piazza i comitati: protesta a Capodimonte

Ospedale San Gennaro, tornano in piazza i comitati: protesta a Capodimonte
«La salute non è una merce». La frase era scritta a lettere cubitali sui cartelloni dei manifestanti che, questa mattina, hanno protestato all’altezza di...

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«La salute non è una merce». La frase era scritta a lettere cubitali sui cartelloni dei manifestanti che, questa mattina, hanno protestato all’altezza di Porta piccola del parco di Capodimonte. Il sit-in che a partire dalle 10 ha rallentato ma non interrotto la circolazione veicolare su via Miano, è stato organizzato dal Comitato San Gennaro per insistere sulla «riqualificazione dell’omonimo ospedale del centro storico«. «Tra pochi giorni, il 22 settembre, andrà in pensione l’unico anestesista del presidio con la conseguente impossibilità di eseguire esami di diagnostica invasiva, prove da sforzo e la chirurgia ambulatoriale» spiegano gli attivisti del Comitato di cittadini che, negli ultimi anni, hanno protestato più volte contro la trasformazione del presidio che dal 2016 ha visto la dismissione del vecchio pronto soccorso, l’apertura del Psaut, un presidio di primo intervento e l’attivazione del Suap, Speciale Unità di Accoglienza Permanente per i pazienti affetti da malattie neurodegenerative.


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«E’ fondamentale non ridurre i servizi dell’ospedale che da sempre è anche un baluardo di legalità- tuona Maurizio Migliazza, uno dei portavoce del Comitato e membro della Consulta Popolare sulla Sanità del Comune di Napoli – la protesta nasce per chiedere di potenziare gli ambulatori polifunzionali, di iniziare i lavori dell’hospice per i malati terminali e di riaprire il centro diabetologico perché la medicina territoriale va garantita e ampliata soprattutto dopo l’esplosione del Covid». A fare eco alle richieste formalizzate dal Comitato San Gennaro in un documento inviato all’Asl Napoli 1 e ai vertici della Regione Campania, ci sono anche i documenti della rete sindacale di Cgil Cisl e Uil Sps San Gennaro che, in una nota, chiedono con urgenza l’arrivo di un nuovo anestesista nel presidio per non rischiare «l’interruzione dolosa di un pubblico servizio» e il «venire meno di quanto previsto dal piano sanitario territoriale della Regione Campania».
 

Durante il sit-in, sostenuto dalla Consulta popolare sulla Sanità, è stata messa in evidenza anche la carenza di risorse umane per «i servizi di cassa ticket e la diagnostica radiologica» insistono gli attivisti che hanno richiesto anche un consiglio municipale monotematico sullo stato dell’ospedale San Gennaro, sebbene il parlamentino abbia già manifestato il suo appoggio al Comitato. La richiesta urgente di un’anestesista infatti, è anche scritta nero su bianco nel documento datato 17 settembre 2020 e firmato da Ivo Poggiani, presidente della municipalità competente che avanza anche l’ipotesi di«“una soluzione temporanea in autoconvenzione»per continuare a garantire la presenza del medico specializzato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino