Napoli, i ragazzi dell'area penale sub per un giorno per recuperare i fondali

Marenostrum Dike a tutela della risorsa mare

Un'immagine dell'iniziativa
Nello specchio antistante Castel Dell’Ovo, i ragazzi dell’area penale di Napoli, divenuti sub, si sono immersi per partecipare alle operazioni di tutela del patrimonio...

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Nello specchio antistante Castel Dell’Ovo, i ragazzi dell’area penale di Napoli, divenuti sub, si sono immersi per partecipare alle operazioni di tutela del patrimonio ambientale.

Sul posto la Marina Militare, il Corpo Militare dell’Ordine di Malta, la Protezione Civile.

«Solcheremo gli 8300 Km di costa italiani contribuendo alla conoscenza del patrimonio archeologico e ambientale, marino dell’Italia. La prima tappa è stata oggi a Napoli, dove a bordo sono saliti i ragazzi dell’Area Penale di Napoli, con i quali abbiamo dato vita ad azioni di recupero ambientale dei fondali marini. Si tratta di ragazzi divenuti sub, mediante il progetto Bust Busters che abbiamo realizzato con il Centro di Giustizia Minorile di Napoli. I ragazzi, con il supporto dei palombari della Marina Militare, degli istruttori di Marenostrum, hanno portato in superfice tubi di fogne, trovati nello specchio del Golfo di Napoli, nei pressi di Castel Dell’Ovo. Noi vogliamo valorizzare il patrimonio dei ragazzi». Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia, a margine dell’evento svoltosi oggi a Napoli.

Tre le azioni in contemporanea: tutela del patrimonio marino, assistenza a bordo della motovela della legalità e della cultura Marenostrum Dike e campagna di sensibilizzazione nei confronti del pubblico.

Mentre alcuni dei ragazzi si immergevano, altri partecipavano alle attività tenutesi presso il gazebo sul lungomare di Napoli, spiegando ai passanti cosa fosse Marenostrum Dike a tutela della risorsa mare. 

La Guardia di Finanza, aveva intercettato in Sicilia, l’imbarcazione con la quale gli scafisti trafficavano migranti. Il bene è stato assegnato in custodia ad Archeoclub D’Italia, dal Tribunale di Ragusa. Archeoclub D’Italia ha trasformato la motovela in Marenostrum Dike. Marenostrum in quanto prende spunto dal nome della struttura marina Marenostrum e Dike dalla mitologia greca, la dea della Giustizia.

Oggi l’arrivo a Napoli con i ragazzi dell’Area Penale.

«Dobbiamo investire sui ragazzi e dare loro una possibilità partendo dalle risorse territoriali. Napoli ha la grande risorsa che è il mare che è bellezza  - ha dichiarato Nicola Palmiero, Direttore del Centro di Giustizia Minorile della Campania - e dobbiamo partire dalla bellezza per cercare di recuperare i ragazzi».

«La Marina Militare opera su tutto il territorio nazionale a supporto di tutte le attività che coniughino inclusione, ecologia e sociale. A Napoli, oggi , abbiamo seguito le operazioni di recupero di materiale che va ad inquinare un’area marina protetta – ha affermato Aniello Cuciniello, Capitano di Vascello della Mrina Militare -  e stiamo seguendo il progetto Bust Busters per l’inclusione dei ragazzi dell’Area Penale nella società civile».

C’è il mare, un museo che difende il patrimonio archeologico sommerso.

«La tutela della risorsa male è un segmento importante anche in termini di protezione civile. Noi abbiamo tante associazioni specializzate per tanti eventi emergenziali. Con Archeoclub D’Italia – ha dichiarato Claudia Campobasso, Responsabile del Centro funzionale multirischi di Protezione Civile della Regione Campania -  abbiamo aderito molto volentieri a questa iniziativa per sperimentare segmenti di Protezione Civile che abbiamo intenzione di potenziare».

Due grandi progetti di Archeoclub D’Italia. Da una parte la Marenostrum Dike, che contribuirà alla conoscenza e dall’altra il riscatto sociale dei ragazzi.  

«Il mare è il nostro più grande educatore. Ampliamo l’offerta formativa dei ragazzi dell’Area Penale di Napoli con l’arrivo di Marenostrum Dike che è stata assegnata dal Tribunale di Ragusa. Abbiamo pensato che i ragazzi potessero essere anche equipaggio. Loro conosceranno il patrimonio archeologico della Campania – ha affermato Francesca Esposito, Referente Attività Sociali di Marenostrum, la struttura marina di Archeoclub D’Italia - del territorio nel quale sono nati, cresciuti e che vivono».

C’è il Corpo Militare dell’Ordine di Malta.

«Il supporto è stato fondamentale – ha affermato il Comnadante Mariano Barbi - nell’attività anche formativa di pronto soccorso».

Le operazioni hanno visto la partecipazione attiva del Comune di Napoli.

«Ringrazio Archeoclub D’Italia per l’impegno profuso nella tutela del mare e nel caso specifico per il recupero di questi ragazzi – ha dichiarato Enza Amato, Presidente del Consiglio Comunale di Napoli -  ai quali viene dato un messaggio concreto di partecipazione ad azioni di legalità. Dunque si accompagna ad un progetto di recupero di un bene confiscato, utilizzato adesso anche per la salvaguardia del mare, quello di conoscenza del patrimonio culturale e naturalistico».

Luogo delle operazioni di preparazione è stata la sede del Circolo Nautico Savoia, storico circolo della città partenopea.

«Il circolo, come il nostro con i 130 anni di storia deve vivere per la città e con la città. Se c’è un’esigenza della città si partecipa. Il progetto Bust Busters per la formazione dei ragazzi dell’Area Penale di Napoli  - ha affermato Fabrizio Cattaneo, Presidente del Circolo Savoia - è partito proprio dalla sede del Circolo Savoia con teoria e prime immersione. Il Circolo Savoia, però si integra anche con i corsi di cannottaggio anche per persone con disabilità e facciamo corsi di vela che è sport aperto a tutti. La vela e il mare sono le risorse sulle quali puntare».

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Il Mattino