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Credevano di averla fatta franca. Dopo la brutale rapina di uno scooter commessa sabato sera in via Salvator Rosa e costata quasi la vita ad una delle due vittime, i presunti autori del raid - uno dei quali ha appena sedici anni - sono stati identificati e arrestati dai poliziotti della Squadra mobile di Napoli. «Non volevamo fare del male a quella donna - si sono giustificati durante gli interrogatori - solo il giorno dopo abbiamo realizzato il guaio che avevamo combinato».
Così, mentre Patrizia Petrone - la 64enne titolare dell’«Antica Pizzeria Gianni e Genny» di salita Tarsia speronata dagli aggressori mentre era a bordo di uno scooter guidato dalla nipote Giulia - continua a versare in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli, per i due baby rapinatori della Sanità si sono aperte le porte del carcere.
A Poggioreale finisce Luigi Frenna, che pur avendo solo 19 anni presenta un poco invidiabile curriculum di precedenti per reati contro la persona; mentre per il suo presunto complice 16enne (che pur portando il cognome «pesante» di un clan del Rione Sanità non risulta avere alcuna parentela con il gruppo criminale) si sono aperte le porte del centro di prima accoglienza presso il Tribunale dei minori, ai Colli Aminei. Per entrambi l’accusa è di rapina aggravata.
Un’aggressione brutale e premeditata, quella messa a segno dalla coppia di giovanissimi la sera di sabato scorso, quando mancavano solo pochi minuti alla mezzanotte. I malviventi, che probabilmente pedinavano i due facili bersagli già da tempo, decidono di entrare in azione nel tratto di via Salvator Rosa che - a senso unico in salita - costeggia la fermata della stazione del metrò collinare: una zona tristemente nota, già teatro di colpi, aggressioni e rapine (più volte denunciate da un comitato civico di genitori i cui figli vengono presi di mira da balordi e delinquenti, soprattutto nelle serate del fine settimana).
Le fasi concitate dell’assalto da parte di Frenna e del 16enne che con lui sfreccia sul sellino di un potente scooter vengono riprese da una telecamera di videosorveglianza di un negozio della zona e dimostrano l’efferata violenza con la quale i malviventi affiancano le donne, speronandole e facendo loro perdere il controllo del mezzo: poi spunta anche una pistola, che - nonostante le condizioni subito apparse gravissime della 64enne che nella caduta dal ciclomotore batte ripetutamente il capo contro il marciapiedi - viene puntata al volto di Giulia.
Poi il minore si impossessa del mezzo e, preceduto dal complice, fugge in direzione del centro storico. Una sequenza pulp che avviene peraltro sotto gli occhi di un paio di automobilisti in transito lungo la strada: inutile dire che il terrore li paralizza, e così nessuno interviene mentre i baby rapinatori - sempre inquadrati dalla telecamera di videosorveglianza - fuggono via facendo il percorso a ritroso in discesa verso piazza Mazzini, contromano. Dopo poche centinaia di metri i due malviventi si accorgono che lo sterzo dello scooter rubato è irrimediabilmente compromesso dall’incidente, e lo abbandonano nel quartiere dove vivono.
Scattano le indagini, e martedì mattina Frenna e il 16enne vengono fermati: gli uomini della Mobile diretta da Alfredo Fabbrocini sono giunti a loro proprio grazie a quelle immagini che li inchiodano a gravissime responsabilità, oltre al riconoscimento di una delle vittime.
Il Mattino