Napoli ricorda Maurizio Estate vittima innocente: «Impariamo dalla sua storia»

Aveva 23 anni, lavorava nell’officina di famiglia e avrebbe dovuto sposare la fidanzata: fu ucciso

La cermonia per Maurizio Estate
«Questa giornata non la vivo con tristezza, ma nel ricordo di una grande persona, un ragazzo, un uomo e un napoletano a testa alta». Dalle parole di suo nipote Davide...

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«Questa giornata non la vivo con tristezza, ma nel ricordo di una grande persona, un ragazzo, un uomo e un napoletano a testa alta». Dalle parole di suo nipote Davide - che è presidente dell’associazione antiracket Vomero-Arenella dedicata allo zio - ci si accorge di quanto, dopo 30 anni, il ricordo di Maurizio Estate, vittima innocente di reato, sia più vivo che mai.

A gremire il piccolo slargo che gli è stato intitolato nei pressi di via Vetreria a Chiaia sono stati gli studenti del liceo Umberto, dell’Iti Righi e della scuola media Tito Livio, insieme ai familiari del meccanico ucciso da due rapinatori il 17 maggio 1993. Maurizio aveva 23 anni, lavorava nell’officina di famiglia e il 3 giugno di quell’anno avrebbe dovuto sposare la fidanzata. Ma quella mattina i due balordi che avevano tentato di rapinare un cliente del rolex, trovarono in lui un ostacolo: il giovane era intervenuto per sventare lo scippo, suscitando la reazione dei delinquenti che poche ore dopo tornarono uccidendolo con un colpo di pistola al petto sotto gli occhi inorriditi dei genitori. Alla commemorazione per il trentennale dell’uccisione in largo Maurizio Estate sono intervenuti i familiari, il presidente e il segretario generale della Fondazione Pol.i.s. don Tonino Palmese e Enrico Tedesco, il vicesindaco Laura Lieto, la presidente della I Municipalità Giovanna Mazzone, il parlamentare Francesco Emilio Borrelli e Tano Grasso, fondatore e presidente della Fai. A seguire gli alunni di alcune scuole hanno presentato il volume "Il ragazzo col sorriso" di Raffaele Sardo, dedicato alla figura di Estate e edito da Guida, con la prefazione di don Palmese e a cura della Fondazione.

«Il ricordo che ho di lui è quello di un ragazzo che avrebbe dovuto essere il mio compagno di vita». Rita Cancellaro, 51 anni, è la fidanzata di Maurizio Estate e ancora oggi dopo 30 anni non riesce a lenire il suo dolore. «Anche se mi sono sposata, ho due figli e sono nonna non riesco a parlare di quel giorno», dice tra le lacrime mentre ricorda come si erano conosciuti. «Eravamo dello stesso quartiere e io andavo a scuola  media alla Fiorelli. Amici comuni ci fecero conoscere, avevo appena 10 anni. Siamo stati fidanzati per 11 anni, poi decidemmo di sposarci». Tante le doti del ragazzo che le sono rimaste impresse nella mente e nel cuore: «era più “leggero” di me su certe cose, semplice, tranquillo e sempre sorridente. Farà parte della mia vita in eterno».

Nell’autolavaggio che fu teatro dell’omicidio oggi c’è un bar, dinanzi al quale Mario, uno dei fratelli di Maurizio ripercorre quegli attimi terribili di trent’anni fa: «Quando vide che i due ragazzi aggredirono un cliente ebbe subito quello scatto di intervenire, senza pensarci. La loro reazione fu tremenda. Quando tornarono per la vendetta, Maurizio stava uscendo dal bagno e non li vide. In quell’attimo gli spararono, lui si accasciò a terra e mia madre chiamò mio padre, che lo soccorse e lo portò in ospedale ma non ci fu nulla da fare». A ricordare il sacrificio del 23enne è don Tonino Palmese: «Importante ricordare per tutti noi, perché dobbiamo sempre uscire dalla trappola che la vita è una cosa che dobbiamo conservare, ma anche custodire. Maurizio è l’immagine concreta di una vita custodita con una finalità che è il bene comune, la verità e la giustizia. Di fronte a una concreta ipotesi di poter dire tanti anni fa “che me ne importa?”, ha preferito chiamare per nome i problemi mettendo la sua faccia e la sua vita donata con estremo sacrificio».

A presentare alla scolaresche intervenute il libro dedicato alla vittima è l’autore Sardo: «Credo sia importante che i ragazzi possano assimilare la storia di un giovane che non è stato per i fatti suoi, ha reagito in uno slancio civico forte, con coraggio e forse anche incoscienza.

Un esempio che si può additare a questi giovani che oggi guardano con molta indifferenza ciò che accade intorno a loro. Il gesto di Maurizio è stato eroico, perché ha visto una persona in difficoltà e si è lanciato per aiutarlo dando la sua vita per questo». A raccogliere l’appello di Davide Estate per la creazione di un murale in memoria di Maurizio è stato Borrelli: «Ricordare chi ha avuto il coraggio di fermare dei criminali, di non voltare la testa dall’altra parte è fondamentale. Vorremmo che la città si rivoltasse contro simboli e omaggi ai criminali e finalmente rendesse onore ai veri eroi».

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Il Mattino