Napoli, i rider ora scendono in piazza: «In questa città siamo sempre in pericolo»

Napoli, i rider ora scendono in piazza: «In questa città siamo sempre in pericolo»
«Abbiamo una chat in cui ci avvisiamo di eventuali zone pericolose o di tipi sospetti. Non abbiamo altro modo per difenderci e stare al sicuro, ma da ora le cose devono...

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«Abbiamo una chat in cui ci avvisiamo di eventuali zone pericolose o di tipi sospetti. Non abbiamo altro modo per difenderci e stare al sicuro, ma da ora le cose devono cambiare». Non hanno dubbi i rider di Napoli che questa sera si sono incontrati in gruppo - e per la prima volta - in Piazza Municipio. Una riunione che gli ha dato modo di confrontarsi per cercare una soluzione ai problemi che da sempre affrontano in strada. Dalle rapine, come nel caso di Gianni Lanciano a Calata Capodichino, agli inseguimenti che quasi ogni giorno avvengono tra i vicoli della città. Un pericolo costante che adesso, come ribadiscono gli stessi rider, va affrontato seriamente e con azioni risolutive.

«Non possiamo più stare a guardare - afferma il coordinatore provinciale “SI Cobas” Piero Aloisi - mentre tutto questo accade sotto i nostri occhi. Questi ragazzi vanno messi in sicurezza e gli vanno dati gli strumenti giusti per non rischiare ogni giorno. Il loro lavoro è duro e viene sfruttato da tutti. Vengono pagati una miseria e trattati come se fossero lavoratori autonomi, quando invece prestano la loro opera per determinate società. Oltretutto si vede come le rapine ed i furti proseguono come se nulla fosse e priorità per questo, sono stati costretti a creare una chat che funge da supporto per evitare luoghi o strade insicure».

Tutto questo però non basta ed i rider lo sanno bene. Non è sufficiente avvisare di presenze sospette in strada. Questo non basta ad evitare rapine o situazioni potenzialmente pericolose.

«Il nostro “muro del pianto” - racconta Alessio - è proprio questa chat. Una piattaforma che però non risolve i nostri problemi. La paura è tanta ogni volta che si esce e bisogna solo sperare che tutto vada bene. L’altra sera proprio qui in Piazza Municipio l’ho scampata per un pelo, ma in altri casi non è andata così. Quando ti inseguono e ti avvicinano sai che non andrà bene. E tutto questo per guadagnare dai venti ai 40 euro a giorno. Somme tutt’altro che sicure per chi ha famiglia e che guadagniamo in condizioni critiche senza alcuna sicurezza e dignità».

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Il Mattino