Entra nel vivo l'inchiesta della Corte dei Conti per l'ipotesi di danno erariale da parte del Comune, per vecchi oneri non versati per lo smaltimento dei rifiuti. Gli...
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La Corte dei Conti dovrà cercare di capire quali azioni il Comune abbia messo in campo in questi anni - si tratta di una partita cominciata già nel 2005 - per riuscire a ripianare l'ennesimo debito. Il tutto ha inizio da una richiesta dell'Uta (unità tecnica amministrativa), che fa capo alla Protezione civile, per il pagamento di 92 milioni di euro per oneri relativi allo smaltimento rifiuti non versati nel periodo dal 2005 al 2009, alla quale ha fatto seguito un decreto ingiuntivo da 66 milioni risalente ad un anno fa. Si tratta di una zavorra che il Comune si porta dietro da dieci anni, debiti riconosciuti nelle convenzioni del 2008 e del 2012.
Durante l'emergenza rifiuti, a gestire lo smaltimento era proprio l'Unità tecnica della Protezione civile, che a sua volta si avvaleva del lavoro di ditte esterne. Una reazione a catena, dove l'Unità tecnica amministrativa liquidava le ditte, il Comune a sua volta versava i soldi all'Uta. Fin quando la cifra era trattenuta dai trasferimenti statali è andato tutto per il verso giusto, ma nel 2012, secondo anno dell'amministrazione di Luigi de Magistris, i primi rallentamenti e la decisione di Palazzo San Giacomo di dichiarare il pre-dissesto. Partono i contenziosi, le ditte bussano alla porta dell'Unità tecnica della Protezione civile, che a sua volta cerca di sbloccare i crediti che vanta nei confronti del Comune (pare circa 30 milioni). Secondo l'ipotesi investigativa sarebbero stati iscritti a bilancio circa 25 milioni su 92, con gli interessi a tassi commerciali che continuano a crescere superando il 10% l'anno.
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