Un'inchiesta giudiziaria, tanti filoni di indagine. Il pm Giovanni Corona (in campo c'è la Procura di Napoli Nord) ha già cominciato a vagliare la...
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La Procura, infatti, intende trovare risposte a diversi interrogativi. Il primo: sono state rispettate le norme che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori? I dipendenti di Campania Ambiente, infatti, non hanno le autorizzazioni necessarie a maneggiare i cosiddetti rifiuti pericolosi, ma nelle zone sequestrate ne sono stati trovati in grande quantità: sembra che ci fosse perfino l'amianto. E dunque il magistrato si chiede: come sono arrivati i veleni in questi siti? E se ce li hanno portati i dipendenti di Campania Ambiente, come li hanno maneggiati visto che risultano sprovvisti delle necessarie attrezzature? Il secondo quesito a cui bisognerà dare una risposta è anche più inquietante: che fine fanno i rifiuti selezionati dalla società in house della Regione? Campania Ambiente, infatti, non è iscritta all'albo degli smaltitori e quindi i rifiuti, soprattutto quelli tossici e pericolosi, devono essere smaltiti dai singoli Comuni che dovrebbero bandire appositi appalti.
Adesso toccherà alla Procura stabilire se le gare sono state fatte e quale fosse la destinazione finale dei veleni. Terzo interrogativo: con quali ditte si è rapportata Campania Ambiente attraverso i noli a caldo e a freddo? Per stabilirlo sono stati acquisiti tutti gli elenchi delle spese. Quarto quesito: per statuto la società dovrebbe provvedere all'attività di prevenzione ambientale. Ma finora non c'è traccia di iniziative in questo settore.
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Il Mattino