Napoli, illesa dopo grave incidente d’auto: «Cerco gli angeli che mi hanno soccorso»

A sinistra un'auto ribaltata sull'autostrada, a destra Teresa
Quel 16 giugno 2013 era una splendida giornata di sole e Teresa era partita in auto, insieme al fidanzato dell’epoca, per andare in pellegrinaggio dalla Madonna di Pompei....

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Quel 16 giugno 2013 era una splendida giornata di sole e Teresa era partita in auto, insieme al fidanzato dell’epoca, per andare in pellegrinaggio dalla Madonna di Pompei. Ma i due non riuscirono a raggiungere il santuario, perché in autostrada ebbero un gravissimo incidente all’altezza di Casoria, che fece ribaltare il veicolo su cui viaggiavano i due giovani. Per fortuna, una coppia che li seguiva in un’altra auto si fermò prontamente, bloccando il traffico ed evitando così che altri veicoli potessero investire la macchina incidentata. Poi, insieme ad altre persone, aiutò i due ragazzi a uscire dall’abitacolo, constatando che avevano riportato, miracolosamente, solo escoriazioni e qualche trauma contusivo.

Ora, a distanza di quasi otto anni, Teresa vorrebbe trovare quei due soccorritori per ringraziarli. Per questo ha pubblicato un post su diversi gruppi Facebook. E poi ha lanciato anche un appello attraverso La Radiazza, il programma in onda su Radio Marte e condotto da Gianni Simioli e Serena Li Calzi: «Questa coppia, insieme ad altre persone, aiutò me e il mio ragazzo a uscire dalla macchina, attraverso i finestrini rotti, chiamò l'ambulanza e ci diede da bere, mostrandoci calore e dolcezza – ha raccontato la ragazza in collegamento telefonico –. In quel momento avevo bisogno di calore umano e loro due furono gentilissimi a restarci accanto, aspettando con noi l’arrivo dei dottori, che impiegarono un bel po’ a giungere sul posto, perché c’erano stati altri incidenti».

Poi ha aggiunto altri particolari per aiutare i due misteriosi soccorritori a riconoscersi: «Ricordo soprattutto la donna, che mi fece sedere nella sua macchina – ha detto Teresa –. Io indossavo un top nero e una gonna lunga e nera, il mio ragazzo un cappellino. Viaggiavamo su una 500 bianca e, purtroppo, eravamo senza cinture di sicurezza». Infine, ha spiegato il motivo per cui per lei è così importante ritrovare quei due soccorritori: «In quel giorno di incubo per me e il mio ragazzo voi, coppia sconosciuta, estranei del tutto, siete stati la nostra salvezza e il nostro raggio di sole, insomma, uno spiraglio di luce capitati nel momento e nell'attimo giusto. È attraverso gli uomini di buon cuore che si vede la presenza di Dio». E ha concluso: «Per me siete stati due angeli e in parte è grazie a voi se oggi sono ancora viva. Non so chi siete, ma ci terrei a ringraziarvi personalmente».

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Il Mattino