Napoli, «rimborsopoli» alla Regione Campania: assolti dopo dieci anni Corrado Gabriele e Carmine Mocerino

Condannati Enrico Fabozzi, Pasquale De Lucia, Angela Cortese, Rosaria Anita Sala e Nicola Marrazzo

Carmine Mocerino e Corrado Gabriele, assolti in primo grado
Cinque condanne e due assoluzioni al termine di uno dei processi istruiti dalla Procura di Napoli per la «rimborsopoli» in Regione Campania, ovvero per i rimborsi...

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Cinque condanne e due assoluzioni al termine di uno dei processi istruiti dalla Procura di Napoli per la «rimborsopoli» in Regione Campania, ovvero per i rimborsi percepiti illecitamente da consiglieri regionali. Gli imputati rispondevano di peculato. Il tribunale di Napoli - IV sezione penale presieduta da Giovanna Napoletano - ha in particolare assolto perché il fatto non sussiste Corrado Gabriele e Carmine Mocerino, quest'ultimo unico tra gli imputati ad essere attualmente in carica come consigliere regionale (è capogruppo di «De Luca Presidente» in consiglio regionale). Condannati invece a due anni e un mese gli ex consiglieri regionali Enrico Fabozzi e Pasquale De Lucia (all'epoca dei fatti consiglieri di Pd e Udc), e a due anni e due mesi Angela Cortese (Pd), Rosaria Anita Sala (Italia dei valori) e Nicola Marrazzo (Idv).

Il collegio ha anche disposto la confisca delle somme di denaro - pari ad alcune migliaia di euro a testa - che i condannati hanno percepito indebitamente. Nello staff di difensori Mario Griffo, Enzo Maiello, Roberto Cuomo, Stefano Montone, Giuseppe Toraldo, Francesco Benetello. Le indagini partirono oltre dieci anni fa e coinvolsero numerosi consiglieri, tanto che il procedimento fu diviso in vari tronconi. La richiesta di rinvio a giudizio è invece arrivata otto anni fa. Per la Procura gli imputati si sarebbero appropriati in modo illecito dei fondi del Consiglio regionale, in particolare di quelli per la gestione dei gruppi.

«Assolto perché il fatto non sussiste. Si è chiusa, poco fa, una vicenda lunga e dolorosa iniziata nel 2012». Questo il commento, in un comunicato, di Carmine Mocerino. «L'accusa - continua Mocerino -, nell'ambito "rimbosopoli" Campania, era quella di peculato. Ricordo il dolore, il clima di quei giorni, l'aria di caccia alle streghe. Non ho mai avuto dubbi, forte della mia condotta, sull'azione della Magistatura. Vado avanti, come sempre».

Mocerino conclude poi: «Avverto il sentimento di ringraziare soprattutto mia moglie e mia figlia, porto sicuro. Ringrazio la mia famiglia tutta, che non mi ha mai fatto mancare vicinanza e supporto.

Un ringraziamento a chi mi ha difeso nell'aula del Tribunale: il professore Vincenzo Maiello e l'Avvocato Roberto Cuomo. Ringrazio, più di tutti, quanti in questi anni hanno continuato, con il loro sostegno, a credere in me e nella mia azione politica».

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Il Mattino