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È l'artista Michele Tombolini l'autore delle maschere di cartapesta che, nella notte tra il 18 e il 19 ottobre, sono comparse su molte statue in diverse città italiane. L'opera si chiama «The voice off the planet» ed è stata realizzata in collaborazione con Extinction Rebellion, movimento internazionale ambientalista, non-violento e creativo. Le installazioni sono state realizzate a Venezia, Milano, Roma, Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Padova e Verona; le maschere raffigurano un teschio umano con una croce nera sulla bocca, elementi utilizzati dall'artista anche in altre sue precedenti opere. Gli interventi, assicura Tombolini, sono stati fatti «nel massimo rispetto delle opere pubbliche, senza arrecare danno alcuno».
Con l'installazione «The voice off the Planet», spiega Tombolini, «affronto per la prima volta la questione ambientale per incoraggiare una presa di responsabilità in merito a tutto ciò che riguarda l'inquinamento, la crisi climatica e la sesta estinzione di massa, quel disastro che ormai tutti iniziamo ad avere sotto gli occhi. Il teschio, che ho spesso utilizzato in altri miei lavori, qui assume il valore simbolico della morte della pianeta, e nel contempo anche della sua rinascita.
Tombolini spiega inoltre di aver scelto di collaborare con il movimento Extinction Rebellion «per la loro identità ambientalista non-violenta e creativa, e per dare all'installazione temporanea il carattere della sincronicità, grazie alla presenza del movimento in oltre 80 Paesi a livello globale e in più di 35 città in Italia. Extinction Rebellion è un movimento che negli ultimi tre anni si è esteso in tutto il mondo in reazione a questa gravissima crisi. La strategia chiama alla disobbedienza civile non-violenta per indurre i governi ad agire per evitare le conseguenze peggiori di cui la scienza ci avverte da decenni. Il messaggio di Extinction Rebellion è chiaro: in questo momento storico di emergenza senza precedenti, è necessario che tutte e tutti noi prendiamo in mano la nostra vita, senza restare in attesa nella speranza che qualcosa di positivo possa accadere o che altre persone ci penseranno. Adesso tocca a noi: il tempo è finito e dobbiamo fare ciò che è necessario per il bene e la vita.», conclude Michele Tombolini.
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Il Mattino