Napoli, rissa all'ospedale dei Pellegrini: medici ostaggio della criminalità

Napoli, rissa all'ospedale dei Pellegrini: medici ostaggio della criminalità
Violenza e caos tra le mura ospedaliere. Ancora una volta è stato il Vecchio Pellegrini a diventare bersaglio dell'ennesimo episodio di prevaricazione che ha visto...

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Violenza e caos tra le mura ospedaliere. Ancora una volta è stato il Vecchio Pellegrini a diventare bersaglio dell'ennesimo episodio di prevaricazione che ha visto l'invasione di una cinquantina di persone all'interno del presidio della Pignasecca. Sabato pomeriggio, poco dopo l'uccisione del 57enne Salvatore Astuto, pregiudicato freddato da una pioggia di fuoco in vico Fico al Mercato, parenti e conoscenti hanno fatto irruzione nel cortile dell'ospedale. Tra la folla di uomini e donne che improvvisamente hanno occupato gli spazi all'aperto del piano terra, dove affacciano il pronto soccorso e altri reparti dell'ospedale, la tensione è salita sempre di più fino alla violenza arginata solo grazie alla massiccia presenza di guardie giurate e carabinieri. 

Grida e botte. I tafferugli scoppiati tra le persone riunite nel cortile sono stati ripresi nelle immagini del video che qualcuno ha girato dai piani alti delle palazzine ospedaliere e che, nel giro di una manciata di ore, è diventato letteralmente virale. Nei primi secondi del filmato che ritrae una cinquantina di persone nel cortile del Vecchio Pellegrini, si nota che alcuni gruppi di uomini si trovano maggiormente distanziati rispetto ad altri che camminano sparpagliandosi. All'improvviso, un ragazzo corre verso un altro, lo aggredisce finché non interviene un terzo giovane che, a sua volta, viene rincorso dal primo fino a far scoppiare una rissa che coinvolge più persone e che viene sedata grazie all'intervento delle guardie giurate del presidio e dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, allertati precedentemente dai sanitari per l'arrivo del 57enne, giunto al pronto soccorso già privo di vita. Le immagini del video non riescono a chiarire la dinamica della colluttazione tra il gruppetto bloccato dagli agenti, ma uno degli uomini viene allontanato e isolato dai vigilantes e dai militari che lo trattengono per alcuni minuti. Secondo la prima ricostruzione dell'accaduto, a far esplodere la rissa, sarebbe stata un'aggressione contro un carabiniere che stava filmando con il cellulare gli assembramenti nel cortile al fine di identificare le persone e che, invece, sarebbe stato scambiato per un giornalista. 

L'episodio di sabato pomeriggio può essere definito un'invasione tra le mura ospedaliere: nessun danno o colluttazione ma solo un'azione di contenimento da parte delle forze dell'ordine nel tentativo di calmare gli animi ed evitare il peggio. Non ci sono stati arresti e neanche denunce a piede libero ma, per i carabinieri, l'avvenuta turbativa di ordine e sicurezza pubblica e l'accesso in una struttura sanitaria nonostante le limitazioni anti contagio, nonché l'oltraggio a un pubblico ufficiale da parte di uno degli uomini, hanno reso necessarie le identificazioni dei presenti che dovranno comunque rispondere dell'accaduto. Di certo, il massiccio spiegamento delle guardie giurate e dei militari, ha scongiurato che la situazione degenerasse come è avvenuto in passato. Nel maggio del 2019, arrivarono persino a esplodere tre colpi di pistola all'ingresso del pronto soccorso. Altre volte, il pronto soccorso è stato nel mirino della violenza fino all'episodio più drammatico, il primo marzo 2020, quando dopo la morte del 15enne Ugo Russo, ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere minacciato di rapina, i parenti devastarono l'ospedale. Il pronto soccorso fu saccheggiato e completamente distrutto. 

«Gli ospedali oramai sono teatro costante di ogni genere di azione criminale e violenta con soggetti spesso legati alla criminalità che addirittura, come è successo in passato, sparano nei pronto soccorso o li devastano proprio come è accaduto al Pellegrini». Con queste parole, Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale, ha insistito sulla necessaria militarizzazione dei pronto soccorso. Anche Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl napoletana ha espresso la sua indignazione. «Questo è il clima nel quale lavorano i nostri operatori sanitari ai quali devono arrivare i ringraziamenti dell'intera comunità ha detto il manager - hanno assistito e sopportato, ancora una volta mentre erano al lavoro per garantire salute, una invasione barbara e non giustificabile». 

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Il Mattino