Napoli, Rossella morta dopo il sushi festeggiava i 40 anni: «Mai stata allergica»

Scatta la chiusura del ristorante orientale inchiesta della Procura: disposta l’autopsia

Nas in azione nel ristorante dove la donna aveva pranzato a base di sushi
L’ombra della morte si riaffaccia sul sushi partenopeo, e lo fa a distanza di meno di due anni dalla tragedia di Luca Piscopo, il 15 morto nel novembre del 2021. È...

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L’ombra della morte si riaffaccia sul sushi partenopeo, e lo fa a distanza di meno di due anni dalla tragedia di Luca Piscopo, il 15 morto nel novembre del 2021. È l’8 febbraio appena passato, quando Rossella Di Fuorti, 40 anni e mamma di due bambini residente a Soccavo, festeggia il suo compleanno in un ristorante all you can eat di pesce crudo e piatti orientali della zona Ovest della città. Il giorno dopo, Rossella muore. I suoi familiari denunciano la tragedia, la Procura apre un’inchiesta e dispone l’autopsia. I Nas di Napoli, guidati dal comandante Alessandro Cisternino, nelle ultime ore sono intervenuti sul posto hanno «bloccato il ristorante per questioni igienico sanitarie» che ufficialmente non riguardano «la campionatura dei cibi effettuata, e che svelerà nei prossimi giorni se c’è una carica virale nelle pietanze». Insomma, la chiusura del locale e la morte di Rossella, per ora, non sono connessi da elementi verificati. La donna, in ogni caso, non sarebbe stata allergica.



Le forze dell’ordine hanno prelevato e campionato ogni cibo presente nel ristorante. Le indagini sono in corso e proseguiranno nei prossimi giorni. Al momento – stando alle informazioni fornite al Mattino dal comando dei Nas di Napoli – le altre persone (quattro) che hanno mangiato con Rossella «stanno bene». Le campionature effettuate dal nucleo antisofisticazione dei militari dell’Arma – assieme alla Asl Napoli 1 centro – saranno decisive per stabilire eventuali nessi causali tra la tragedia e il pasto. Eventuali cariche virali che potrebbero derivare da una cattiva conservazione degli alimenti serviti a crudo. Tutto dipenderà dagli esiti delle analisi di laboratorio, che dovrebbero essere pronte entro la fine della prossima settimana, a seconda dei tempi dell’Istituto Zooprofilattico, e al netto di ulteriori accertamenti eventualmente disposti dalla Procura. 

Il ristorante giapponese in questione, in ogni caso, al momento è stato chiuso per motivazioni legate a «situazioni igienico-sanitarie indipendenti dalla campionatura», risolvibili a stretto giro, «il tempo necessario che siano ripristinate le prescrizioni che abbiamo imposto loro durante i controlli». Insomma, al momento «gli alimenti in attesa di campionatura non verranno somministrati ad altre persone». Va sottolineato che Rossella è morta in casa, e «dal referto del 118 il decesso è attribuito a un infarto al miocardio». La donna aveva finito di pranzare intorno alle 15. Appena rientrata a casa si è sentita male. Poi, immediatamente, è arrivato il vomito. E alle 16, purtroppo, è sopraggiunta la morte. Stando alle prime ricostruzioni, quando i medici del 118 sono arrivati a Soccavo non c’era più niente da fare.

Il pesce crudo low-cost aveva già fatto tremare e piangere il Vomero, nemmeno due anni fa. Stavolta, invece, la paura arriva dalla zona della periferia Occidentale. Ma è ancora negli occhi e nella mente di tutti la tragedia di Luca Piscopo, 15 anni, morto nel novembre del 2021 dopo il sushi (il locale al centro di quella vicenda non ha mai riaperto). Nel caso di Piscopo, come accertato dall’autopsia, si sa che il ragazzo era stato colpito da una miocardite provocata dalla salmonella. La storia di ieri assomiglia decisamente a quella di oggi, anche se il condizionale è d’obbligo, e le responsabilità per ora sono tutt’altro che provate.

Tornando alla morte di Rossella, infatti, saranno gli esiti della analisi di laboratorio e dell’autopsia sulla salma sequestrata a stabilire la verità ed eventuali colpevoli. Di certo, la sorpresa è tanta all’esterno del giappo della periferia occidentale. «Come mai è chiuso? – domanda una coppia di giovani – di solito il sabato pranziamo qui». Invece le saracinesche del ristorante di cucina asiatica ieri erano tutte abbassate. All’interno ci sono titolari e dipendenti, più un cane che abbaia. «Siamo chiusi per un problema tecnico, lo abbiamo scritto anche su Facebook», informa a un certo punto una dipendente italiana. Alle sue spalle i titolari, asiatici, osservano la scena senza commentare.

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Il Mattino