Napoli. I saldi slittano di tre giorni, commercianti in rivolta

Napoli. I saldi slittano di tre giorni, commercianti in rivolta
Amara sorpresa per i consumatori e conseguente rammarico per i commercianti per l’avvio dei saldi invernali il 5 gennaio e non più il 2 come di consueto. Ieri...

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Amara sorpresa per i consumatori e conseguente rammarico per i commercianti per l’avvio dei saldi invernali il 5 gennaio e non più il 2 come di consueto. Ieri centinaia di napoletani e turisti hanno pensato di poter spendere usufruendo degli sconti ma dovranno attendere fino a giovedì prossimo. Il motivo? La Regione Campania ha aderito ad un accordo nazionale, da cui si sono distaccate solo Basilicata e Sicilia (ieri il via ai saldi) e la Valle d’Aosta che comincia oggi. “La Regione ci ha fatto un bel piattino: non ci hanno voluto ascoltare, subiamo una scelta assurda e perdiamo il tempo per ben quattro giorni senza clienti”, sbotta Giuseppe Giancristofaro, presidente di Federmoda Napoli aderente a Confcommercio.


«Fortunatamente ci sono tanti turisti in giro che potevano essere invogliati a fare acquisti di abbigliamento. Eppure abbiamo scritto più volte all’assessore al Commercio Amedeo Lepore facendo presente che bisognava partire il 2 gennaio: è così da 10 anni, direi che così facendo guadagneremo il 70 al cento in meno degli anni scorsi fino al 5». Secondo Giancristofaro, cominciare il 2 avrebbe fatto comodo per far quadrare i conti: «Abbiamo bisogno di liquidità: a dicembre siamo stati aperti di domenica con orario continuato, dobbiamo pagare i collaboratori». La speranza è che turisti e residenti non affollino strade e piazze solo per assaporare pizze o fritti nel cuoppo, insomma il finger-food made in Naples che regala gioie al palato, ma anche per ammodernare il proprio guardaroba. Da par suo, Palazzo S.Lucia ricorda che è in vigore una legge approvata dal Consiglio nella scorsa estate che recepisce l’indicazione concordata in sede di Conferenza delle Regioni. «A quasi cinque mesi dall’approvazione della legge, ogni critica appare anacronistica e fuori luogo, tanto più che la decisione - come nel resto d’Italia eccetto le autonome decisioni di Sicilia e Basilicata - recepisce le istanze degli addetti che avrebbero dovuto lavorare anche domenica primo gennaio per allestire vetrine e negozi. Inoltre, le attività commerciali potranno usufruire della crescita degli acquisti legata all’Epifania, che si rivolge agli esercizi di vicinato».

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