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Una storia che ha dell'incredibile, quella di Sergio e Anna, che nel 2003 persero la figlioletta di soli sei mesi. Un dolore destinato ad amplificarsi, poiché il corpicino senza vita della piccola sparì senza una spiegazione dal cimitero, in seguito a un clamoroso errore di registrazione.
Una vicenda straziante che spinse i genitori a fare causa al cimitero. Il quale, pochi giorni fa, è stato assolto dai giudici della Corte d'Appello di Napoli. Nel contempo, alla famiglia della bimba sono state addebitate le spese legali che risulterebbero essere pari a 9.500 euro.
«Ho sempre pianto su una fossa sbagliata – afferma la madre – ed è una cosa tremenda.
«I genitori potrebbero pur sempre continuare a praticare i riti tipici del culto dei defunti – leggono Sergio e Anna in un passaggio della sentenza – contraddistinto da una spiritualità che si esprime in larga parte in preghiere, ricordi, pensieri, commozioni. Detti sentimenti non di necessità debbono mutare sol perché non vi è l’assoluta certezza che nella fossa contrassegnata dal numero o in area cimiteriale vicina a quella fossa vi siano i resti del feto comunque destinati a rapidissima distruzione per consunzione».
«Ci rivolgeremo alla Cassazione – afferma il legale Angelo Pisani – ed alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Se al camposanto hanno smarrito “la bara” non fa nulla, ma se si chiede giustizia si viene condannati a pagare oltre novemila euro di spese processuali in favore di chi? Dei responsabili dello scempio. Questa è una sentenza allucinante e mortificante, priva anche di “humana pietas”. Non si può accettare tanta ingiustizia, in nome dei cittadini italiani organizzeremo una conferenza stampa per far conoscere a tutti il calvario e sofferenza di questi genitori che per sopravvivere a tanto dolore hanno bisogno almeno di solidarietà e comprensione di giudici che valutino con umanità la loro sofferenza. Mi rivolgo anche al Santo Padre affinché possa aiutarli e salvarli dallo spietato dolore e dalle violazioni subite, perché venga ristabilito il diritto al culto dei defunti. Farò ricorso in Cassazione e poi alla Corte Europea, a nome di tutti gli italiani, per chiedere ogni tipo di provvedimento e ristabilire la giustizia».
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