San Gennaro al cinema Hart: in sala il corpo di Napoli con il miracolo «Faccia gialla»

San Gennaro al cinema Hart: in sala il corpo di Napoli con il miracolo «Faccia gialla»
Per una volta è congruo attribuire la qualifica di evento alla proiezione in anteprima nazionale di domani alle 21 al cinema Hart di «Faccia gialla». Il...

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Per una volta è congruo attribuire la qualifica di evento alla proiezione in anteprima nazionale di domani alle 21 al cinema Hart di «Faccia gialla». Il docufilm del giovane e agguerrito cineasta Paolo Boriani, infatti, tramanda la genesi e la lavorazione dello spettacolo «Sanghenapule–Vita straordinaria di San Gennaro» prodotto e messo in scena dal Piccolo Teatro di Milano affiancando al travolgente deus ex machina Mimmo Borrelli un altro indiscusso protagonista, non solo in campo artistico, del nostro tempo come Roberto Saviano. Prodotto in collaborazione con Rai Cinema e il K-Rock Film Studio e girato a più riprese tra novembre 2015 e marzo 2016, «Faccia gialla» non si limita ad allestire l’«incontro impossibile» tra l’autore/attore di Torregaveta (che sarà presente nella sala) e l’intellettuale diventato il tormentato simbolo di una Napoli non riconciliata retoricamente a buon mercato, ma compone con pazienza e passione un temerario puzzle audiovisivo su una duplice condizione di esiliato: quella di un sabotatore della drammaturgia teatrale tradizionale e quella dello scrittore che scelse in giovane età d’intraprendere una battaglia senza quartiere contro l’estensione mostruosa del potere della camorra. È davvero straordinario riconoscere nell’ipnotica cadenza voluta da Boriani, che tra i precedenti corti e documentari si era già dedicato in collaborazione con Sky Arte HD a un testo di culto come «’A Sciaveca», il flusso del linguaggio del cinema che s‘integra e ibrida in quello del teatro accompagnandoli non senza conflittualità emotive in una sorta d’originalissimo estuario.


Il corpo a corpo pressoché fisico tra le due figure non viene, così, semplicemente narrato e divulgato, bensì scandagliato in profondità sulle tracce di un pedinamento in cui l’uno rivela lo strenuo metodo con cui predispone in laboratorio i contrafforti di un impressionante vulcano drammaturgico e l’altro per la prima volta in vita sua si fa filmare in quell’immensa gabbia a cielo aperto che per lui è diventata la Grande Mela: «È stato strano e triste muoversi con lui e la sua scorta ed è solo così che ti puoi accorgere dell’ingiustizia, solo così ti accorgi di avere paura. Non per te, ma per tutti i giorni di Saviano». Ma non è un caso che Boriani descriva con parole e metafore non troppo dissimili la parallela e totalizzante esperienza di un mese vissuto da mattina a sera con Borrelli «col quale girare una scena è solo la conseguenza di essere stati insieme in uno spazio e in un tempo. Lui è il corpo di Napoli, il miracolo di Napoli nel mondo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino