Una attesa durata trent'anni per ricevere un alloggio popolare e poter finalmente realizzare il desiderio del figlio di avere una casa degna di questo nome. La storia è...
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Un figlio - oggi quasi 18enne - avuto da ragazza e tirato su da sola, spesso in condizioni di disagio abitativo, che per anni l’avevano costretta a occupare insieme ad altre famiglie Villa Anna, dimora del ‘700 del comune nel Napoletano dichiarata poi inagibile.
«Un sogno che si realizza per me e la mia famiglia – racconta visibilmente emozionata Palma - Molte volte mio figlio ha espresso il desiderio di volere una casa tutta nostra per sentirsi come tutti gli altri ragazzi. Non è ancora stato in casa, voglio prima finire il trasloco per poi fargli una sorpresa. Sono certa che sarà contento di vivere come tutti». Una notizia che ha restituito alla donna, dopo anni di sacrifici, un briciolo di speranza nella vita, e non solo. «Ringrazio il sindaco, il vicesindaco, l’Iacp e il consigliere Antonio Esposito che ha seguito tutta la mia storia. Il messaggio che vorrei lasciare agli altri è di non mollare mai e di avere fiducia nelle istituzioni».
Si tratta del terzo alloggio popolare che l’amministrazione comunale di San Giorgio riesce a consegnare in meni di un anno grazie a una mappatura delle assegnazioni realizzata in stretta collaborazione con l’Iacp.
«Per fortuna siamo riusciti a portare avanti un lavoro di verifica e far sì che le case che vengono man mano liberate da persone che per necessità o scelta lasciano il loro territorio, vadano a coloro che ne hanno diritto, consentendo di scalare con la graduatoria stilata quasi due anni fa – spiega il primo cittadino Giorgio Zinno – Presenteremo il prossimo bando all’inizio dell’anno prossima. La pubblicazione consentirà a chi per chi non ha partecipato, magari anche sfiduciato dalla lungaggine dei tempi di attesa, di poter partecipare».
Una empasse causata principalmente dalla mancata comunicazione agli enti preposti dell’abbandono delle abitazioni, che una volta libere negli anni venivano sistematicamente occupate da altre famiglie. «Una illegalità che noi non abbiamo più tollerato – continua il sindaco - Dal 2003 inoltre non è consentito aumentare il volume delle costruzioni, ma siamo pronti ad andare avanti con una gestione oculata delle procedure, nel rispetto della legalità e dei cittadini. La mia felicità è che le persone che oggi entrano in quella cosa lo fanno con pieni diritti e nel rispetto della legge». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino