Due procedure ritenute sospette, dodici professionisti napoletani indagati, il presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Napoli nord sotto accusa per corruzione in...
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Scenario complesso nel Tribunale di Napoli nord, una realtà giudiziaria nata da pochi anni che si segnala per produttività tra le eccellenze del paese, secondo quanto emerge da un’inchiesta della Procura di Roma, che sta facendo chiarezza sulle assegnazioni di incarichi a commercialisti e avvocati, di volta in volta nominati nelle procedure di fallimento. Stando a quanto trapela da ambienti giudiziari, risulta indagato Enrico Caria, presidente del Tribunale aversano, fino a tre anni fa alla guida di una delle sezioni fallimentari di Santa Maria Capua Vetere e, ancora più indietro nel tempo, in forza alla sezione fallimentare partenopea. In sintesi, secondo quanto emerge dalle mosse messe a segno dai pm capitolini, sotto i riflettori le nomine di professionisti da impiegare in concordati e fallimenti. Inchiesta coordinata dalla Procura di Roma, ufficio che entra in gioco quando c’è da valutare il coinvolgimento di magistrati in forza al distretto di Corte di appello di Napoli.
Fascicolo affidato al sostituto Stefano Fava, che dopo aver valutato il contenuto di un esposto arrivato a piazzale Clodio un anno e mezzo fa (che riguardava per lo più vicende sammaritane), ha deciso di accendere i riflettori su Napoli nord. Ed è il pm Fava a dare vita ad una nuova iniziativa, con la notifica avvenuta ieri mattina di dodici avvisi di proroga delle indagini (equivalente di un avviso di garanzia) a carico di dodici professionisti napoletani, tutti a vario titolo impegnati in procedure ancora in corso, particolarmente delicate per il volume di affari in ballo e per le aspettative dei creditori.
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Il Mattino