Napoli, Roberto Saviano incontrerà gli sduenti nelle scuole: l'annuncio su Fb

Napoli, Roberto Saviano incontrerà gli sduenti nelle scuole: l'annuncio su Fb
«Il bimbo della foto sono io a scuola, e questa è una sorta di comunicazione di servizio. Non temete, non è ai bimbi così piccoli che mi rivolgo, ma a...

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«Il bimbo della foto sono io a scuola, e questa è una sorta di comunicazione di servizio. Non temete, non è ai bimbi così piccoli che mi rivolgo, ma a studenti un po' più grandi. E mi rivolgo poi alle loro professoresse e ai loro professori, custodi dei templi moderni. Ricevo moltissime sollecitazioni ad andare nelle scuole, non potendo nell'immediato accettare tutti gli inviti, sto organizzando un calendario di incontri più serrato per questa primavera e per il prossimo autunno/inverno». Inizia così il lungo post su Fb di Roberto Saviano. Lo scrittore spiega poi di   avere aperto una casella di posta elettronica robertosaviano.scuole@gmail.com che sarà a disposizione degli alunnno.



« Intanto di volta in volta - riprnede Saviano - nel corso dei prossimi mesi, comunicherò la mia presenza nelle scuole di diverse città Italiane. Lo scopo degli incontri sarà raccontare, dalla mia prospettiva, come il Paese è mutato e come, contemporaneamente, è cambiato il volto delle organizzazioni criminali. Nel 2006, quando "Gomorra" è stato pubblicato, si era da poco conclusa una delle faide più cruente della storia della criminalità organizzata. Con "Gomorra" ho provato a raccontare al mondo come la camorra sia in primo luogo un fenomeno imprenditoriale e come fossero a rischio infiltrazione anche e soprattutto quelle realtà territoriali che si credevano al sicuro; perché se è vero che la camorra spara nei suoi territori di origine, è vero anche che fa affari dove non sparge sangue, dove non fa morti, dove può agire nell’ombra. In "Gomorra" c’è un capitolo intitolato “Pikachu”, lì racconto di bambini e adolescenti assoldati dalla camorra per piccoli ruoli, ma cruciali: trasportare droga, vigilare sulle piazze di spaccio. E racconto anche della loro inconsapevolezza, della totale mancanza in loro di un progetto criminale».


«Ne "La paranza dei bambini" tutto cambia - continia Saviano - perché i ragazzi di cui parlo sono ora consapevoli di aver fatto una scelta, sono individui giovanissimi eppure determinati, che stanno costruendo in maniera scientifica il proprio curriculum criminale. Questo per loro è l’unico modo per contare nel mondo, per non restare ai margini. E se con "Gomorra" volevo descrivere non Napoli al mondo ma il mondo attraverso Napoli, con "La paranza dei bambini" l’obbiettivo è stato descrivere gli adolescenti di ogni luogo, i loro idoli e i loro sogni, attraverso una ferita. E ancora una volta questa ferita è Napoli. Perché Napoli? Perché ci sono nato e perché lì mi sono formato. Ma soprattutto perché a Napoli ogni cosa è laboratorio. Curzio Malaparte, la cui opera "La pelle" fu censurata con l’accusa di aver diffamato la città, scrisse: “Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. È il destino dell’Europa di diventare Napoli”. Mi farebbe piacere che studentesse e studenti potessero sentirsi coinvolti e partecipare con domande e attraverso la condivisione dei propri percorsi personali agli incontri dei prossimi mesi. E ci tengo a sottolineare, per evitare equivoci, che agli incontri con le scuole ho sempre partecipato (e continuerò a farlo) a titolo gratuito, e che non esistono limiti alla possibilità di accedere ai luoghi in cui si terranno. Se non, ovviamente, limiti fisici legati alla loro capienza. Vi aspetto» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino