«Il bimbo della foto sono io a scuola, e questa è una sorta di comunicazione di servizio. Non temete, non è ai bimbi così piccoli che mi rivolgo, ma a...
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« Intanto di volta in volta - riprnede Saviano - nel corso dei prossimi mesi, comunicherò la mia presenza nelle scuole di diverse città Italiane. Lo scopo degli incontri sarà raccontare, dalla mia prospettiva, come il Paese è mutato e come, contemporaneamente, è cambiato il volto delle organizzazioni criminali.
«Ne "La paranza dei bambini" tutto cambia - continia Saviano - perché i ragazzi di cui parlo sono ora consapevoli di aver fatto una scelta, sono individui giovanissimi eppure determinati, che stanno costruendo in maniera scientifica il proprio curriculum criminale. Questo per loro è l’unico modo per contare nel mondo, per non restare ai margini. E se con "Gomorra" volevo descrivere non Napoli al mondo ma il mondo attraverso Napoli, con "La paranza dei bambini" l’obbiettivo è stato descrivere gli adolescenti di ogni luogo, i loro idoli e i loro sogni, attraverso una ferita. E ancora una volta questa ferita è Napoli. Perché Napoli? Perché ci sono nato e perché lì mi sono formato. Ma soprattutto perché a Napoli ogni cosa è laboratorio. Curzio Malaparte, la cui opera "La pelle" fu censurata con l’accusa di aver diffamato la città, scrisse: “Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. È il destino dell’Europa di diventare Napoli”. Mi farebbe piacere che studentesse e studenti potessero sentirsi coinvolti e partecipare con domande e attraverso la condivisione dei propri percorsi personali agli incontri dei prossimi mesi. E ci tengo a sottolineare, per evitare equivoci, che agli incontri con le scuole ho sempre partecipato (e continuerò a farlo) a titolo gratuito, e che non esistono limiti alla possibilità di accedere ai luoghi in cui si terranno. Se non, ovviamente, limiti fisici legati alla loro capienza. Vi aspetto» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino