Sciopero mondiale per il futuro, a Napoli raduno in piazza Garibaldi

Sciopero mondiale per il futuro, a Napoli raduno in piazza Garibaldi
«Il futuro non esiste» dice sant’Agostino nelle «Confessioni». Ovviamente, una cosa è una categoria del pensiero, dell’anima, altro...

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«Il futuro non esiste» dice sant’Agostino nelle «Confessioni». Ovviamente, una cosa è una categoria del pensiero, dell’anima, altro è un dato concreto – perché, salvo una imprevista e imminente fine della Terra, un futuro in qualche modo e per qualche tempo questo pianeta lo avrà. Il problema è domandarsi quale, e soprattutto trovare le risposte giuste. 

Insomma, distruggere con le proprie mani il domani è un gesto folle. 

Lo «Sciopero mondiale per il futuro» nasce dall’esigenza di richiamare l’attenzione sui temi dell’ambiente, ma anche e soprattutto dall’esempio di Greta Thunberg – giovanissima attivista svedese, che ha da sola cominciato a sollecitare il Parlamento del proprio Paese, sedendosi lì davanti ogni venerdì, proprio perché si facesse carico del problema, e affrontasse in maniera fattiva la tragedia del cambiamento climatico. 
Il suo gesto ha fatto nascere il movimento «Fridays for Future», nell’ambito del quale si inserisce anche lo sciopero – che infatti si terrà di venerdì: questo 15 marzo, con appuntamento, per quanto riguarda Napoli, alle 9 a piazza Garibaldi. 
(Per ulteriori informazioni, e le modalità di partecipazione per associazioni e partiti politici, si può consultare l’evento Fb). 

La salute degli oceani, l’energia da fonti rinnovabili, la sostenibilità, la lotta alle speculazioni e alle conseguenti ricadute ecologiche sono parte dei temi, delle questioni fondamentali che una seria riflessione pone oggi. 
Qualcuno inevitabilmente se lo domanderà: sfilare per le strade della nostra città – o anche in quelle del resto del mondo – è una mossa utile? Porterà, in sintesi, dei risultati concreti? 
A occhio e croce, molto probabilmente no. «I potenti della Terra» sono solitamente ottusi e poco lungimiranti, e l’ambiente non sembra affatto tra le loro reali priorità. 
È questione ricorrente, quanto valga la pena votare se poi la politica tradisce ogni aspettativa, differenziare se si teme che poi venga tutto buttato nella stessa discarica, scioperare senza poter decidere. 
Ciascuno può – legittimamente – scegliere solo per se stesso e per ogni singola circostanza, e così sarà anche stavolta. 

Qualcuno desisterà, qualcun altro andrà, pensando che, al di là di un supposto, non assodato dovere morale, si ha in realtà un diritto – quello di sentirsi a posto con la coscienza, di dire la propria, arrabbiarsi, considerarsi parte di una cosa bella. E anche incredibilmente giusta. E che esercitarlo può avere un senso.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino